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Nuova Holga 135 PAN!

1 Feb

Qualche mese fa ha fatto il suo debutto la Holga 120 PAN, una meraviglia di plastica per scattare panorami in formato 6×12. Come preannuciato dalla Holga Direct, è uscita anche la versione 135.

Ladies and gentlemen, here you are, miss Holga 135 PAN!

Holga 135 PAN

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La mia prima polaroid: Land Camera Automatic 320

16 Gen

Eccola qui:

E’ la mia primissima Polaroid. Il mio amore per la fotografia istantanea è cominciato proprio così: serate intere passate a cercare di capire come cavolo potevo fare questa cosa qui:

Per poi scoprire di poter fare anche quest’altra cosa qui:

Alla fine l’ho capito. L’unica risposta alle mie domande era: folding pack. Continua a leggere

Avere una testolina bacata e una Diana F+

5 Dic

Qualche tempo fa, quando ancora c’era il sole e faceva molto caldo, a causa di alcune letture, ho deciso di prendermi la Diana F+. Qualcuno di voi direbbe: “ma hai già la Holga 120, cosa te ne fai?” E io risponderei immediatamente: è vero! Per questo motivo nella mia testolina bacata non era mai affiorato il pensiero di comprare la Diana F+. Tuttavia la curiosità ha avuto la meglio, soprattutto dopo aver sbavato su guardato attentamente alcune fotografie uscite fuori proprio da quelle lenti di plastica. E allora mi sono detta: diamo una possibilità alla Diana!

Ora, come immagino voi saprete, la Diana è considerata una delle toycamera per eccellenza, insieme alla mia amata Holga. Continua a leggere

Lomography Earl Grey B&W 100

29 Nov

Avrei dovuto scrivere questo post prima, ma non l’ho fatto. Che volete?, sono eccessivamente pigra, in quest’ultimo periodo. Comunque, volevo parlarvi un poco della mia esperienza con queste nuove pellicole bianco e nero della Lomography: le Earl Grey 100 ISO.

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Lomography X Tungsten 64: il tungsteno che non mi aspettavo

21 Nov

All’inizio di ottobre sono andata a Milano a farmi un bel giretto turistico e non. La causa del viaggio era il Festival della Fotografia istantanea, ma volevo visitare anche un po’ la città, visto che non c’ero mai stata. Tra le varie tappe, quella allo store Lomography in via Mercato mi sembrava quasi obbligata. Inoltre, ero in cerca di un souvenir che non fosse la solita calamita kitsch da frigo (che mi riporto puntualmente a casa ad ogni viaggio). Così, ho optato per un ricordino utile: la nuova pellicola Lomography X Tungsten 64! Volevo provarla e ho approfittato dell’occasione.

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LomoKino: la novità Lomography per creare mini-movie

4 Nov

E’ appena uscito il nuovissimo prodotto della Lomography, come si preannunciava l’altro ieri. Si chiama LomoKino e, dopo tanti indizi e attese, è venuto fuori che si tratta di una fotocamera capace di impressionare 144 fotogrammi in sequenza su una normale pellicola 35mm che, una volta montati, possono dare vita ad un video di circa 50 secondi in perfetto stile lo-fi.

Ora, io ovviamente non l’ho mai avuta tra le mani, quindi posso solo dire la mia opinione in base alle informazioni che si trovano in rete. Quindi cerchiamo semplicemente di capire un po’ meglio il prodotto, specialmente dopo il delirio e la confusione che si sono creati la mattina del lancio sulla pagina di Facebook (accidenti, manteniamo la calma!).

L’idea della LomoKino la trovo interessante. Credo che sia dai tempi della Spinner360 che la Lomography non sfornava un prodotto originale e nuovo. Certo, l’idea dei fotogrammi in sequenza capaci di creare dei mini-movie era già stata sfruttata con le toycamera multilente come la Actionsampler o la Supersampler, ecc. Però probabilmente la LomoKino è un po’ più controllabile a livello di diaframmi, che si possono modificare durante la “ripresa”. Tra l’altro, il design retrò lo trovo vincente, richiama l’idea delle vecchie cineprese a pellicola. Continua a leggere

Diana Multi-pinhole Operator: UN-DUE-TRE PINHOLE!

18 Ott

Ebbene sì, alla fine l’ho fatto. Mi sono presa la Diana Multi-pinhole Operator, più per capriccio che per altro (ultimamente non faccio che raccontarvi di quanto le mie mani siano bucate, sto rischiando di essere monotona, me ne rendo conto).

Si tratta della versione pinholica della famosa Diana F+. Come molti di voi già sapranno, anche la Diana F+ è dotata di foro stenopeico. Basta semplicemente togliere l’obiettivo e mettere l’otturatore in posa B, lasciandolo aperto il tempo necessario a impressionare la pellicola.

Diana F+ in modalità "pinhole"

Sapete tutti cos’è un foro stenopeico (pinhole), vero? In parole povere, si tratta di un minuscolo foro dal quale entra la luce (“pinhole“, infatti, letteralmente vuol dire “buco di spillo“). La particolarità è che la foto viene fatta senza l’ausilio di lenti, per cui è come avere a disposizione un diaframma estremamente chiuso: per questo, la profondità di campo è pressoché illimitata, tutto sembra essere a fuoco e  i tempi di esposizione sono mediamente lunghi. La cosa che più mi diverte delle macchine stenopeiche è che ci si può avvicinare quanto si vuole al soggetto!

Rispetto al pinhole della Diana, la Multi-pinhole possiede però una particolarità in più: è dotata di un selettore che permette di usare fino a tre fori stenopeici contemporaneamente. Questo vuol dire che l’immagine si può sdoppiare o anche “striplicare”, se mi passate il termine. Non solo, ma in dotazione ci sono 6 filtri colorati con i quali creare immagini ancora più particolari.

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Libri sulla lomografia e mani bucate

28 Set

Oggi non voglio parlarvi di macchine o pellicole, nè di esperimenti o tutorial. Oggi parliamo di libri. In questo ultimo periodo mi sto interessando particolarmente a quelli dedicati alla lomografia. Non sono molti, purtroppo, ma decisamente interessanti e pieni di spunti. Non me ne voglia nessuno, ma sul mio comodino oltre al manualone del maestro Feininger ho fatto posto anche ad altri due libri che leggo e sfoglio con altrettanto coinvolgimento. Sono: Plastic Camera. Toying with creativity di M. Bates e Click! di K. Meredith.

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Delirium tremens con Diana instant back!

21 Set

Oramai credo che sia chiara a tutti la mia passione per le foto psichedeliche. Così l’altra sera, per provare il mio ultimo acquisto dell’estate, ovvero la Diana F+ e l’instant back, ho fatto alcune foto ai miei amici che si prestavano decisamente alla situazione piuttosto surreale in cui ci trovavamo: un concerto di fine estate sponsorizzato dal Campari. Potete tutti immaginare come sia andata a finire.

Della Diana F+ ne parlerò prossimamente dedicandole interamente un post; oggi voglio parlarvi invece dell’instant back che mi aveva incuriosito parecchio vista la mia passione per la fotografia istantanea unita a quella per la lomografia. Ebbene, devo dire una cosa: mi ci sono divertita parecchio, e non solo a causa del Campari! Il punto è che questo dorso combina perfettamente il piacere di fare e di vedere immediatamente il risultato di una doppia esposizione, specialmente se fatta con il falsh colorato. L’unica nota negativa è l’errore di parallasse, con cui bisogna prendere un po’ la mano; ma andiamo con ordine.

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Redscale, una tecnica da scoprire!

8 Set

L’estate sta finendo, il caldo se ne va … come non celebrare la fine di questa magnifica stagione con la tecnica che più si adatta ai suoi colori, alla sua luce e alle alte temperature? Sto parlando della tecnica del redscale!

Questa tecnica consiste nell’esporre sul retro dell’emulsione una normale pellicola negativa che, una volta rigirata, darà un particolare effetto di rossi intensi e suggestivi (da qui, “redscale“).

Le pellicole redscale sono facili da realizzare. Basta prendere il contenitore di un vecchio rullino vuoto e agganciare al contrario la pellicola nuova, riavvolgendocela dentro. Questa operazione è da fare al buio, ovviamente. Per chiarirvi le idee, leggete questo tutorial in italiano che ho trovato su flickr. Se invece pensate di non avere dimistechezza con il fai-da-te, esistono quelle belle e pronte targate Lomography e Rollei.

Il mio unico tentativo di redscale fatto in casa si è rivelato un fallimento perchè la mia estrema furbizia mi ha suggerito di montare la pellicola sulla pinhole di cartone. Ovviamente è stato un disastro: la pellicola non era ben tirata, dato che la pinhole è quello che è – poverina, non è colpa sua. Per onestà, vi faccio vedere ugualmente i risultati, ma sappiate che me ne vergogno un po’. Vabè … eccoli, non ridete:

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