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MiNT Lens set per SX-70: ed è amore all’istante.

6 Ago

Sono in ferie! [applausi scroscianti e urla] Quindi, eccomi qui a parlarvi di un giocattolino che mi sono procurata niente meno che lo scorso Natale. Sì, perché io, oltre a non avere più tempo libero, sono anche molto pigra. Succede.
Dicevo, oggi vorrei parlarvi del Set di filtri e lenti per Polaroid SX-70, che trovate in vendita sullo shop della Impossible Project a circa 70-80 €. Il kit è ideato e prodotto da MiNT, un’azienda di Hong Kong che, da qualche anno a questa parte, ha cominciato a produrre sia accessori per Polaroid che macchine fotografiche istantanee (per esempio, l’ultima uscita è una reflex biottica istantanea!). Qualche tempo fa, mi ero fatta regalare anche il flash per SX-70 e ve ne avevo parlato qui.

Il Lens Set in questione è composto da: 1 filtro ND per poter utilizzare le pellicole 600 (colore o BN) sulla vostra SX; 1 filtro giallo K2, da utilizzare con il bianco e nero; 1 filtro blu 80B, da utilizzare con il colore; 1 lente close-up 12 cm e 1 lente fisheye.

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Lomography DigitaLIZA 35mm, ovvero: benvenuti nel mondo degli sprocket holes

5 Mag

Uno degli articoli più letti su questo blog è quello sullo scanner per negativi, dove illustro i miei metodi per scansionare in stile “lo-fi” le pellicole. Per anni e anni ho utilizzato un vetro di una semplice cornice a giorno sul mio caro CanoScan 8800F per le foto con gli sprocket holes, cioè i fori di trascinamento della pellicola. Un metodo decisamente economico ed efficace, forse leggermente laborioso da mettere in pratica. Di recente, però, ho cambiato scanner (un CanoScan 9000F) ma non ho trovato nessuna cornice a giorno da cui prendere il vetro (qui negli US costano molto). La cosa mi scocciava parecchio, soprattutto per il pensiero di non poter sfruttare di più la mia Sprocket Rocket, che ho usato pochissimo finora.

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Ebbene, alla fine mi sono decisa a comprare una mascherina Lomography DigitaLIZA 35mm, ideale per scansionare le foto panoramiche con gli sprocket holes. Non l’avevo mai presa in considerazione prima, nonostante molti di voi mi avessero fatto domande a riguardo nel post sugli scanner. In fondo, il mio metodo cheap mi era sempre andato più che bene. Certo, più volte impazzivo perché il negativo era storto, oppure finivano delle ditate sulle foto o, più raramente, comparivano i tanto famosi quanto rognosi Newton Rings. Invece, devo dire che questa mascherina fa proprio il suo lavoro in maniera semplice e senza troppi sforzi!

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Last Camera: prime impressioni e light leaks mancati

25 Set

La storia della Last Camera forse la conoscete, se un po’ seguite le mie stupidaggini sui vari social. Per chi ha giustamente di meglio da fare, ve la riassumo così: avrei dovuto trovarla sotto l’albero, ma la dogana ha pensato bene di fare lo sgambetto al povero Babbo Natale e farmela avere circa 3 mesi dopo (l’acquisto su Holga Direct era stato fatto a fine ottobre per la promozione del Black Friday). Poi ci si è messo il trasferimento e tutti i vari trambusti, senza contare il primo test che ho lasciato a casa (…); insomma, per farla breve, questi che vi mostro oggi sono i risultati del mese scorso.

Ma che cos’è questa Last Camera di cui vado blaterando? Si tratta di una toycamera 35mm DIY, proprio come la Recesky o la Konstruktor. Non è molto che si trova in commercio ed è prodotta dalla SuperHeadz, un’azienda giapponese che produce macchine in plastica piuttosto strambe sia analogiche che digitali, tra cui la Ultra Wide and Slim, la Digital Harinezumi, la Blackbird, Fly, la Golden Half e tante altre.

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Di compleanni, scanner, stampanti e tecnologia avanzatissima

17 Set

Tanti auguri al blog
Tanti auguri al blog
Tanti auguri al blogghe
Tanti auguri al blog!

Sono quattro anni, ragazzi miei! Quattro! E chi l’avrebbe mai detto che sarei arrivata fino a qui? Non avrei scommesso nemmeno un centesimo che questa avventura sarebbe durata così a lungo! E invece ci sono arrivata, in un modo o nell’altro (scrivo e mi accarezzo la spalla, amichevolmente).

Al di là delle autocelebrazioni, oggi volevo scrivere un post tecnologicamente avanzato per parlarvi del nuovo scanner per pellicole, come promesso. In realtà non ho molto da dire (un discorso più o meno sensato sugli scanner lo trovate qui), se non che il Canoscan 9000F è esattamente quello che mi aspettavo. Molto simile al mio vecchio 8800F, con qualche piccola chicca in più, come la risoluzione massima fino a 9600 dpi per la scansione dei negativi. Sulla stessa fascia di prezzo (circa 200 euro) e con caratteristiche simili, esistono anche l’Epson V550 e il V600, ma ho deciso di affidarmi anche questa volta ad un Canon perché sapevo cosa aspettarmi. Per il resto, non voglio entrare in nessuna diatriba Canon vs Epson, Canon vs Nikon, Analogico vs Digitale, Cani vs Gatti, Empiristi vs Razionalisti, e via dicendo.

Ovviamente, l’ho subito messo all’opera con le polaroid e presto vi mostrerò qualcosa dei negativi ritirati in questi giorni!

In casa poi è arrivata un’altra “piccola” che, credo, mi farà buona compagnia. Si tratta della stampante Selphy CP910, sempre della Canon, con cui posso stampare le mie foto preferite senza dover andare in laboratorio! Sì, il formato è sempre lo stesso (10×15, come le cartoline) e la qualità non è certamente eccezionale (risoluzione massima 300 dpi), ma per avere delle stampe ben fatte per tappezzare le pareti, è perfetta!
La Selphy è una stampante wireless a sublimazione termica e il suo prezzo orbita intorno agli 80-100 euro. La carta ha dei costi piuttosto contenuti (intorno ai 13 dollari, ovvero 10 euro circa per 36 fogli – sul sito-che-vende-libri-a-poco invece stanno sui 18-15 euro) e viene venduta insieme alla cartuccia di inchiostro. Ho stampato alcune mie foto storiche che non avevo mai stampato, ma solo scansionato. Certo, quelle in bianco e nero sarebbero molto più belle se stampate in Camera Oscura, ma per ora mi accontento. Chissà che un giorno non riesca ad avere di nuovo un ingranditore e mollare questi discorsi sul numero dei di-pi-ai, ché non ci capisco un bel niente a dire la verità. Sì, è bello sognare.

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Oh, circondata da tutta questa tecnologia, mi sembrava il caso di fare un video con Hyperlapse:

Peccato che, nonostante abbia velocizzato il video, la stampante sia sempre un po’ lenta (impiega circa 47 secondi a stampa, comunque)! Fa niente. Mi piace così, un po’ schiappetta. Come me.

Un lisergico mondo viola: Lomochrome Purple XR 100-400

20 Feb

Della serie “meglio tardi che mai” (forse dovrei aprirla davvero questa rubrica – sono indietro con tutto!), oggi vorrei parlarvi della famosa pellicola Lomography che cerca di somigliare alla Aerochrome. Si chiama Lomochrome Purple XR 100-400 ed è una negativa (non a infrarossi!) uscita in prevendita giusto un anno fa. Ho ordinato il primo lotto di 5 rulli 120 a febbraio, mi sono arrivati ad agosto, ne ho provato uno durante quel mese, ho terminato le 12 pose circa una settimana fa e oggi ho finalmente i risultati. Un anno, ci pensate?

Come avevo accennato nel post del 2013, l’idea era di usarle con la mia cara Lubitel 166 U e così ho fatto. Ho esposto considerando la pellicola a volte come una 400 ISO e a volte come una 100 ISO, a seconda della luce e senza usare filtri. Sviluppo in normale C41. Eccole qui, tutte quante:

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Polaroid Spectra System, la polaroid ganza

4 Feb

Insieme alle 600, le Polaroid Spectra System sono tra le fotocamere istantanee più diffuse al mondo, per una semplice ragione: sono molto facili da usare grazie all’autofocus, al flash integrato e all’esposizione automatica. Mi ricordo che erano dei gran bei regali di comunione durante gli anni ’90, insieme allo stereo della Sony o al Super Nintendo. Tutti ce l’avevano, tranne me. Ma di questo vi avevo già parlato tempo fa.

Fonte immagine: Camerapedia

Fonte immagine: Camerapedia

Fonte immagine: Camerapedia

Il fatto è che le Polaroid Spectra System sono ganze (visto che sto richiamando gli “anni ’90”, rispolvero questo aggettivo). C’è poco da fare. Prima di tutto, il formato delle foto non è quello classico quadrato 3×3, ma un fantastico 3×2 (come una foto standard su 35mm!). In secondo luogo, la messa a fuoco con il mitico sonar, cioè attraverso gli ultrasuoni, è una cosa che mi ha sempre fatto impazzire.  Continua a leggere

Libri sulle toycamera: un’altra mia piccola fissazione

10 Gen

Buon anno, gente! Se fossi una blogger seria, non dovrei arrivare a gennaio inoltrato per augurarvi felicità e prosperità per questo 2014 appena cominciato. Ma – visto che non mi smentisco mai – ho tardato un po’. La causa è che mi sono persa nella lettura di alcuni libri ricevuti per Natale e che avevo a casa da qualche tempo. Oggi, infatti, voglio proprio parlarvi di un’altra mia piccola fissazione: i libri di fotografia.

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Avendo studiato filosofia, ho passato anni con il naso sui libri, ma quelli di fotografia sono sempre stati un modo per evadere da testi fitti fitti e complicati. Non che “leggere” un’immagine sia qualcosa di semplice (tutt’altro, direi), ma il mio cervellino bacato si è sempre preso una bella boccata d’aria tutte le volte che mi capitava di aprire un libro dedicato alle fotografie di Atget, Bresson o Erwitt.

Ora che la filosofia l’ho messa da parte, l’idea di leggere dei libri che parlassero di una delle mie passioni mi ha stuzzicato non poco, specialmente da quando ho avuto tra le mani quella che io considero la Bibbia delle toycamera, ovvero: “Plastic Camera, toying with creativity” di Michelle Bates. Un libro scritto con tanto amore nei confronti di un tipo di fotografia che non vuole prendersi sul serio, proprio perché fatta con mezzi semplici ed elementari, come la plastica. Straconsigliato (se ne volete sapere di più, ne avevo parlato qui). Continua a leggere

Meglio tardi che mai: le mie impressioni sulla Konstruktor

1 Dic

Finalmente! Sono passati talmente tanti mesi dall’ultimo rullino scattato e sviluppato, che quasi non mi ricordavo più cosa si provasse. Questa esperienza a Vienna è stata veramente intensa che ho dovuto mettere (quasi) da parte la fotografia e questo blog. Ma ora ho voglia di riprendere, ho bisogno di farlo e tornare qui su WordPress e selezionare “aggiungi nuovo articolo” è davvero una forte emozione.

A parte questa inutile premessa che interesserà allo 0,01% di voi, oggi voglio parlarvi della mia esperienza con la Konstruktor, la reflex in plastica di Lomography fai-da-te. Come molti di voi sapranno già, la Konstruktor è uscita a giugno ed è stata un successone per l’azienda viennese. Prima di tutto perché si tratta di un prodotto abbastanza economico (che non guasta mai); in secondo luogo perché l’idea di costruirsi una fotocamera con le proprie mani attira molte persone, tra cui la sottoscritta.

IMG_8929 Continua a leggere

Spinner 360°, ovvero la fotocamera dei selfies

1 Set

Eccomi qui, finalmente, con un po’ di calma. Mi manca così tanto scrivere in questo spazio … Ma non cominciamo subito con le lagne, ora sono qui e vorrei tanto parlarvi di una macchina che ho sempre trovato divertente ma non ho mai avuto intenzione di comprare. Quale? La Lomography Spinner 360°!

I Quartieri Generali della Lomography sembrano davvero il paese dei balocchi: fotocamere di tutti i tipi, sparse dappertutto, in ogni angolo. Infatti, non è così difficile chiedere in prestito qualcosina e togliersi lo sfizio per qualche settimana. Io ho voluto provare la Spinner 360°, che mi ha sempre incuriosito.

Se ci pensate, la Spinner è una delle fotocamere più particolari in assoluto: riesce a creare dei panorami “totali”, a 360°. Non è facile ottenere lo stesso effetto con la tecnologia digitale. La seconda caratteristica importante di questa fotocamera è l’effetto degli sprocket holes (fori della pellicola) impressionati che rendono le foto ancora più lo-fi.

Devo esser sincera, non è una fotocamera semplicissima da utilizzare, per lo meno all’inizio. La difficoltà che ho riscontrato, ovviamente, non dipende dai settaggi di messa a fuoco o diaframmi – che sono semplicissimi, a prova di stupido. Credo che la cosa complicata sia stata capire cosa stavo realmente facendo. Insomma, c’è da prenderci la mano e ragionare un minimo se si intende creare qualcosa di davvero interessante. Continua a leggere

nuova Lomography Konstruktor, la reflex fai da te

25 Giu

Una settimana fa circa, la Lomography ha lanciato la nuova Konstruktor, la reflex DIY (do it yourself – fai da te) da costruire con le proprie manine e poi, ovviamente, da usare con pellicole 35mm. Questa novità mi è piaciuta sin da subito, trovo che vedere come è fatto oggetto, come si costruisce e come funziona sia sempre istruttivo ma soprattutto divertente!

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Non è proprio un caso, infatti, che io abbia amato e ami ancora alla follia la Recesky, la toy-biottica cinese da pochi euro che mi ha fatto penare non poco. Ho anche messo gli occhi sulla Recesky 3D Pinhole Stereo e, qualche tempo fa, anche sulla Last Camera, una point-and-shoot prodotta da Super Headz, con due lenti in dotazione e dorso per light-leaks, che sarei curiosissima di provare se non fosse così dannatamente costosa (qui a Berlino l’ho trovata a 83 euro. Non sto scherzando). La Konstruktor, al contrario, si presenta come più o meno economica (35 euro) e dal look curato, con pozzetto e lente che pare possa esser intercambiata con altre focali in futuro. Certo, la Recesky è decisamente più a buon prezzo (9-15 euro), ma bisogna considerare anche tutte le difficoltà nel reperirla (io ne so qualcosa!). Continua a leggere

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