Tag Archives: scanner per pellicole

Di compleanni, scanner, stampanti e tecnologia avanzatissima

17 Set

Tanti auguri al blog
Tanti auguri al blog
Tanti auguri al blogghe
Tanti auguri al blog!

Sono quattro anni, ragazzi miei! Quattro! E chi l’avrebbe mai detto che sarei arrivata fino a qui? Non avrei scommesso nemmeno un centesimo che questa avventura sarebbe durata così a lungo! E invece ci sono arrivata, in un modo o nell’altro (scrivo e mi accarezzo la spalla, amichevolmente).

Al di là delle autocelebrazioni, oggi volevo scrivere un post tecnologicamente avanzato per parlarvi del nuovo scanner per pellicole, come promesso. In realtà non ho molto da dire (un discorso più o meno sensato sugli scanner lo trovate qui), se non che il Canoscan 9000F è esattamente quello che mi aspettavo. Molto simile al mio vecchio 8800F, con qualche piccola chicca in più, come la risoluzione massima fino a 9600 dpi per la scansione dei negativi. Sulla stessa fascia di prezzo (circa 200 euro) e con caratteristiche simili, esistono anche l’Epson V550 e il V600, ma ho deciso di affidarmi anche questa volta ad un Canon perché sapevo cosa aspettarmi. Per il resto, non voglio entrare in nessuna diatriba Canon vs Epson, Canon vs Nikon, Analogico vs Digitale, Cani vs Gatti, Empiristi vs Razionalisti, e via dicendo.

Ovviamente, l’ho subito messo all’opera con le polaroid e presto vi mostrerò qualcosa dei negativi ritirati in questi giorni!

In casa poi è arrivata un’altra “piccola” che, credo, mi farà buona compagnia. Si tratta della stampante Selphy CP910, sempre della Canon, con cui posso stampare le mie foto preferite senza dover andare in laboratorio! Sì, il formato è sempre lo stesso (10×15, come le cartoline) e la qualità non è certamente eccezionale (risoluzione massima 300 dpi), ma per avere delle stampe ben fatte per tappezzare le pareti, è perfetta!
La Selphy è una stampante wireless a sublimazione termica e il suo prezzo orbita intorno agli 80-100 euro. La carta ha dei costi piuttosto contenuti (intorno ai 13 dollari, ovvero 10 euro circa per 36 fogli – sul sito-che-vende-libri-a-poco invece stanno sui 18-15 euro) e viene venduta insieme alla cartuccia di inchiostro. Ho stampato alcune mie foto storiche che non avevo mai stampato, ma solo scansionato. Certo, quelle in bianco e nero sarebbero molto più belle se stampate in Camera Oscura, ma per ora mi accontento. Chissà che un giorno non riesca ad avere di nuovo un ingranditore e mollare questi discorsi sul numero dei di-pi-ai, ché non ci capisco un bel niente a dire la verità. Sì, è bello sognare.

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Oh, circondata da tutta questa tecnologia, mi sembrava il caso di fare un video con Hyperlapse:

Peccato che, nonostante abbia velocizzato il video, la stampante sia sempre un po’ lenta (impiega circa 47 secondi a stampa, comunque)! Fa niente. Mi piace così, un po’ schiappetta. Come me.

Si ricomincia! Nuova vita a San Francisco

28 Lug

Al momento in cui scrivo, sono le 8,48 di mattina, in Italia dovrebbero essere quasi le 18; la giornata volge al termine mentre qui è ancora tutta da compiere. Ci sono 9 ore di distanza tra me e voi, cari amici, e con questo dobbiamo farci i conti. Almeno, io devo farceli! Per quelli che non mi seguono sui vari social, ho deciso di fare un breve post, un po’ per rendere vivo questo spazio ultimamente trascurato, un po’ per aggiornarvi e fare il punto della situazione.

Sono finita – insieme a quello che ormai è diventato il mio marituzzo (love, love, love) – dall’altra parte del mondo: San Francisco!
Si ricomincia allora con tutto: cambiamenti, traslochi, scatoloni, ikea, mappe, figuracce, incertezze, amicizie, niente pizza, niente amatriciana, skype, nostalgia, novità, questioni vitali come “dove porterò a sviluppare i rullini”, “mi serve lo scanner”, “ho male ai piedi, ho camminato troppo”.

Sono qui da due settimane appena, ho cominciato ad aprire le tre scatole piene di pellicole e macchine che ho fatto spedire da Berlino lo scorso febbraio.

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Non potete capire che ansia sapere che le mie macchine si sono fatte un viaggio del genere, con la possibilità di perdersi chissà in quale meandro del mondo. ANSIANSIANSIA a non finire.

Ho subito spacchettato le mie amate foto del Photoautomat, presto le appenderò in casa!

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Girando per il quartiere, ho fatto sviluppare due rulli 120 in un laboratorio vicino casa, su Polk Street. Il tipo che gestisce il laboratorio è gentilissimo e soprattutto velocissimo, ma ahimè si prende 6,50 dollaroni (più tasse) a sviluppo. Non sono poi tanti, ma i bei tempi degli sviluppi da Rossmann a Berlino a soli 2,55 euro sono andati, sigh.

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Inoltre, vorrei riprendere a sviluppare in casa il bianco e nero! Non appena avrò la possibilità, acquisterò su B&H una changing bag, rivelatore, arresto e fissaggio. Anche un nuovissimo e scintillante scanner per pellicole è nella mia wishlist. Intanto sto decidendo quale modello e marca, ma sono molto orientata sul CanoScan 9000F, ovvero la versione più nuova del mio caro 8800F che è rimasto in Italia (ma ha viaggiato molto anche lui). Ad eccezione di un isolato episodio di braccia conserte, possiedo quello scanner dal 2010 e non mi ha dato nessun problema. Non l’ho spedito qui in California perché mi sembrava uno stress inutile per lui, tutto considerato. Che dite, si sarà offeso?

Bene, questo è quanto, spero di aggiornarvi presto con qualche altra novità, in attesa di avere il necessario per mandare avanti la baracca. Vi ricordo che potete seguirmi su Facebook e Instagram per amenità varie ed eventuali, oltre a leggere il mio pessimo inglese.

See ya soon!

La Diana Mini e le stampe in formato quadrato

11 Apr

Possiedo la Diana Mini da qualche anno ormai e, come molti di voi sapranno, è stata la mia primissima toycamera in assoluto ed è proprio grazie a lei che è cominciato tutto. Tuttavia, non è di questo che voglio parlare in questo post. Molto spesso – e vi ringrazio tanto per tutto questo affetto e fiducia! – alcuni di voi mi scrivono e mi fanno domande inerenti alla Diana Mini. Più di una volta mi è stato chiesto, specialmente da chi si è trovato a decidere se la Mini potesse diventare o meno la propria compagna di avventure: come vengono le stampe?

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LC-Wide a 1600 ISO

12 Mar

Per fortuna lo scanner è arrivato, per cui torno a scrivere i bei (?) post di una volta … o preferite quando mi atteggio a Fashion Blogger? Io preferisco i panni della lomografara trapiantata in terra tedesca. A proposito di panni, che ne dite del nuovo tema del blog? Come mi cade sui fianchi? Secondo me, bene. Però è ancora provvisorio, quindi non v’abituate troppo.

Bene, cominciamo.

Da quando ho la LC-Wide, mi sono sempre chiesta con molta curiosità cosa avrei ottenuto utilizzandola a 1600 ISO, specie dopo aver letto questo post di Pretty in Mad. Mi sono decisa a farlo questo inverno che, per inciso, è stato il più buio degli ultimi 50 anni qui a Berlino. Mi sono detta: beh, questa mancanza di luce è perfetta per provare la LC-W ad un’alta sensibilità! Però il sole mi è mancato e continua a mancarmi assai, ma questa è un’altra storia.

Così, ho preso una Fuji Neopan 400 e ho impostato l’esposimetro a 1600. In pratica, ho eseguito quello che in gergo fotografico si chiama tiraggio o “push“. Grazie a questo procedimento, si ha la possibilità di trattare una pellicola di una certa sensibilità ad una più alta. Ovviamente, poi, in fase di sviluppo, bisogna ricordarsi a quale ISO si è eseguito il tiraggio, altrimenti si avranno foto sottoesposte, a seconda della latitudine di posa (cioè la capacità di una pellicola di tollerare gli errori di esposizione).

Al di là di queste noiose informazioni tecniche, ho optato per il tiraggio perché non avevo una pellicola 1600 ISO, ovviamente. Sapevo che avrebbe aumentato la grana della pellicola, ma la curiosità e la voglia di scattare anche senza il sole è stata più forte di me. Questo è quello che è venuto fuori:

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Come creare tracolle molto fashion e fai-da-té

7 Mar

Non so per quale motivo, ma avere una tracolla non è così scontato per tutte le macchine fotografiche. Io, per lo meno, non la trovo mai quando le compro, usate o meno. Solo due gancetti messi là, che reclamano giustizia. Questo mi ha sempre causato delle perplessità, specialmente quando, nei miei viaggi, mi porto dietro diverse compagne di avventura. Spesso le tasche non sono sufficienti e mi tocca sempre riporle in borsa.

Ebbene, IO DICO NO a questo scempio di scomodità e DICO SÌ al fai-da-té.

Avevo questa idea da molto tempo, ma ho sempre rimandato, data la mia incapacità nel campo del cucito. Finalmente, non troppo tempo fa mi sono convinta e mi sono armata di santa pazienza e impegno.

A questo punto, che abbia inizio la sfilata.

Per la mia Belair, ho comprato un nastro elasticizzato. Dato che è una macchina piuttosto leggera ma decisamente ingombrante, la tracolla è il modo migliore per portarla sempre con sé, specialmente se si viaggia in pieno inverno e le mani devono stare in tasca per non congelare. Et voilà, ecco il risultato, che vi avevo già mostrato su Fb:

DSC05744 Continua a leggere

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