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Avere una testolina bacata e una Diana F+

5 Dic

Qualche tempo fa, quando ancora c’era il sole e faceva molto caldo, a causa di alcune letture, ho deciso di prendermi la Diana F+. Qualcuno di voi direbbe: “ma hai già la Holga 120, cosa te ne fai?” E io risponderei immediatamente: è vero! Per questo motivo nella mia testolina bacata non era mai affiorato il pensiero di comprare la Diana F+. Tuttavia la curiosità ha avuto la meglio, soprattutto dopo aver sbavato su guardato attentamente alcune fotografie uscite fuori proprio da quelle lenti di plastica. E allora mi sono detta: diamo una possibilità alla Diana!

Ora, come immagino voi saprete, la Diana è considerata una delle toycamera per eccellenza, insieme alla mia amata Holga. Continua a leggere

Nuova Holga 120 PAN: panorami in 6×12

14 Nov

A quanto pare non è solo la Lomography a sfornare novità ultimamente! Ecco l’ultimo prodotto in vendita su Holga Direct: si chiama Holga 120 PAN!

Holga 120 PAN

Holga 120 PAN

Si tratta di una macchina panoramica per pellicole 120. Come la Holga 120 WPC (Wide Pinhole Camera), anche la PAN fa il formato 6×12. E’ dotata di una lente in plastica 90mm, di un mirino ottico panoramico e di una bolla simile alla livella dei carpentieri, molto utile per verificare se stiamo scattando una foto storta o meno. Per il resto, la PAN conserva le stesse caratteristiche di una Holga 120, ovvero:

  • messa a fuoco: 1mt – 2 mt – 6 mt – 10 mt/infinito
  • diaframmi: f/8 (nuvoloso) e f/11 (soleggiato)
  • velocità otturatore: 1/100 circa e posa B
  • foro per cavalletto
  • Attacchi hotshoe per flash Continua a leggere

Indizi, indizi, indizi …

2 Nov

Devo ammettere che stavolta quelli della Lomography mi hanno incuriosito parecchio. Domani finalmente sapremo la verità, per ora eccovi alcune foto del nuovo prodotto che quei furboni ci hanno lasciato:

Che idea vi siete fatti? Finora, dagli altri indizi, si sa che l’oggetto del mistero ha a che fare con il cinema e con le doppie esposizioni, mah! Ah, pare anche che sarà un prodotto economico, ma non fidiamoci troppo …

Stay tuned!

Diana Multi-pinhole Operator: UN-DUE-TRE PINHOLE!

18 Ott

Ebbene sì, alla fine l’ho fatto. Mi sono presa la Diana Multi-pinhole Operator, più per capriccio che per altro (ultimamente non faccio che raccontarvi di quanto le mie mani siano bucate, sto rischiando di essere monotona, me ne rendo conto).

Si tratta della versione pinholica della famosa Diana F+. Come molti di voi già sapranno, anche la Diana F+ è dotata di foro stenopeico. Basta semplicemente togliere l’obiettivo e mettere l’otturatore in posa B, lasciandolo aperto il tempo necessario a impressionare la pellicola.

Diana F+ in modalità "pinhole"

Sapete tutti cos’è un foro stenopeico (pinhole), vero? In parole povere, si tratta di un minuscolo foro dal quale entra la luce (“pinhole“, infatti, letteralmente vuol dire “buco di spillo“). La particolarità è che la foto viene fatta senza l’ausilio di lenti, per cui è come avere a disposizione un diaframma estremamente chiuso: per questo, la profondità di campo è pressoché illimitata, tutto sembra essere a fuoco e  i tempi di esposizione sono mediamente lunghi. La cosa che più mi diverte delle macchine stenopeiche è che ci si può avvicinare quanto si vuole al soggetto!

Rispetto al pinhole della Diana, la Multi-pinhole possiede però una particolarità in più: è dotata di un selettore che permette di usare fino a tre fori stenopeici contemporaneamente. Questo vuol dire che l’immagine si può sdoppiare o anche “striplicare”, se mi passate il termine. Non solo, ma in dotazione ci sono 6 filtri colorati con i quali creare immagini ancora più particolari.

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Libri sulla lomografia e mani bucate

28 Set

Oggi non voglio parlarvi di macchine o pellicole, nè di esperimenti o tutorial. Oggi parliamo di libri. In questo ultimo periodo mi sto interessando particolarmente a quelli dedicati alla lomografia. Non sono molti, purtroppo, ma decisamente interessanti e pieni di spunti. Non me ne voglia nessuno, ma sul mio comodino oltre al manualone del maestro Feininger ho fatto posto anche ad altri due libri che leggo e sfoglio con altrettanto coinvolgimento. Sono: Plastic Camera. Toying with creativity di M. Bates e Click! di K. Meredith.

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Delirium tremens con Diana instant back!

21 Set

Oramai credo che sia chiara a tutti la mia passione per le foto psichedeliche. Così l’altra sera, per provare il mio ultimo acquisto dell’estate, ovvero la Diana F+ e l’instant back, ho fatto alcune foto ai miei amici che si prestavano decisamente alla situazione piuttosto surreale in cui ci trovavamo: un concerto di fine estate sponsorizzato dal Campari. Potete tutti immaginare come sia andata a finire.

Della Diana F+ ne parlerò prossimamente dedicandole interamente un post; oggi voglio parlarvi invece dell’instant back che mi aveva incuriosito parecchio vista la mia passione per la fotografia istantanea unita a quella per la lomografia. Ebbene, devo dire una cosa: mi ci sono divertita parecchio, e non solo a causa del Campari! Il punto è che questo dorso combina perfettamente il piacere di fare e di vedere immediatamente il risultato di una doppia esposizione, specialmente se fatta con il falsh colorato. L’unica nota negativa è l’errore di parallasse, con cui bisogna prendere un po’ la mano; ma andiamo con ordine.

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Redscale, una tecnica da scoprire!

8 Set

L’estate sta finendo, il caldo se ne va … come non celebrare la fine di questa magnifica stagione con la tecnica che più si adatta ai suoi colori, alla sua luce e alle alte temperature? Sto parlando della tecnica del redscale!

Questa tecnica consiste nell’esporre sul retro dell’emulsione una normale pellicola negativa che, una volta rigirata, darà un particolare effetto di rossi intensi e suggestivi (da qui, “redscale“).

Le pellicole redscale sono facili da realizzare. Basta prendere il contenitore di un vecchio rullino vuoto e agganciare al contrario la pellicola nuova, riavvolgendocela dentro. Questa operazione è da fare al buio, ovviamente. Per chiarirvi le idee, leggete questo tutorial in italiano che ho trovato su flickr. Se invece pensate di non avere dimistechezza con il fai-da-te, esistono quelle belle e pronte targate Lomography e Rollei.

Il mio unico tentativo di redscale fatto in casa si è rivelato un fallimento perchè la mia estrema furbizia mi ha suggerito di montare la pellicola sulla pinhole di cartone. Ovviamente è stato un disastro: la pellicola non era ben tirata, dato che la pinhole è quello che è – poverina, non è colpa sua. Per onestà, vi faccio vedere ugualmente i risultati, ma sappiate che me ne vergogno un po’. Vabè … eccoli, non ridete:

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Lubitel: solo per veri amatori

24 Ago

So bene che la Lubitel non può essere considerata una toycamera a tutti gli effetti, ma ci sono alcune caratteristiche che la fanno entrare di diritto nel mondo della lomografia.

Lubitel 166 Universal

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Holga split image filter, ovvero: come rendere psichedeliche le vostre foto

27 Lug

Sto ancora smaltendo i regali di Natale, pensate! Le cose son due: ho ricevuto troppe cose o non ho mai tempo di provarle … mi sa la seconda, porca paletta. Comunque, a Natale, mi è stato regalato il set di filtri per divertirmi con la mia adorata Holga. Ci sono quelli colorati, quelli bicolore, quelli fumè ma soprattutto i filtri split image. Cosa sono? E’ presto detto: sono 3 pezzi in plastica da mettere davanti l’obiettivo con l’apposito supporto, che modificano l’immagine spezzettandola e mischiandola, dando un effetto che io chiamerei “psichedelìa, tutte le teste ti porti via“.

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In fondo al mar, con la toycam!

18 Lug

Tempo di vacanze, di sole, di creme e scottature, ma anche di bagni al mare, di tuffi, di maschere e boccai … il sogno di ogni buon lomografo è immortalare questi momenti di spensieratezza con i tipici effetti lo-fi. Ma come?

La Lomography suggerisce l’acquisto dello scafandro per la Fisheye oppure il Krab per la LC-A+ e la LC-W, da aggiungere alle vostre macchine preferite.

Sembrano entrambi molto divertenti, in particolar modo quello della Fisheye, che dà proprio l’effetto “oblò di un sottomarino”. Suppongo siano anche sufficientemente robusti, soprattutto quello per la LC-A+ e la LC-W, che sono le macchine più costose e si rovinerebbero irrimediabilmente a contatto con l’acqua.

Questi accessori, però, non sono propriamente economici, specialmente in un periodo di spese com’è quello delle vacanze. Vediamo un po’ se ci sono alternative.

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