So bene che la Lubitel non può essere considerata una toycamera a tutti gli effetti, ma ci sono alcune caratteristiche che la fanno entrare di diritto nel mondo della lomografia.

Lubitel 166 Universal
So bene che la Lubitel non può essere considerata una toycamera a tutti gli effetti, ma ci sono alcune caratteristiche che la fanno entrare di diritto nel mondo della lomografia.

Lubitel 166 Universal
Mi è stato più volte chiesto di scrivere un post sugli scanner per pellicola, per cui spero di non deludere le vostre aspettative. Ora, io non ho tutti gli scanner (ci mancherebbe, voglio dire … ) per poter fare una recensione tecnica dettagliata e confrontare i vari modelli, i megabyte, i pixel, i dpi, ecc … ma posso parlare solamente per quella che è la mia esperienza. Da due anni possiedo il Canoscan 8800F della Canon. Come tutti i lomografi alle prime armi, ho cominciato a farmi due conti in tasca quando portavo a sviluppare e stampare le foto in laboratorio. Ogni volta se ne andavano tra i 10 e i 15 euro a rullino, e non avevo ancora nessun risultato soddisfacente. Mi sembrava di buttare i soldi e, così facendo, avrei sicuramente abbandonato la fotografia analogica. Però poi mi sono chiesta: ci sarà una soluzione migliore? Cercando un po’ su internet, sono arrivata alla conclusione che uno scanner avrebbe sicuramente fatto al caso mio. Sì, ma quale?
Sto ancora smaltendo i regali di Natale, pensate! Le cose son due: ho ricevuto troppe cose o non ho mai tempo di provarle … mi sa la seconda, porca paletta. Comunque, a Natale, mi è stato regalato il set di filtri per divertirmi con la mia adorata Holga. Ci sono quelli colorati, quelli bicolore, quelli fumè ma soprattutto i filtri split image. Cosa sono? E’ presto detto: sono 3 pezzi in plastica da mettere davanti l’obiettivo con l’apposito supporto, che modificano l’immagine spezzettandola e mischiandola, dando un effetto che io chiamerei “psichedelìa, tutte le teste ti porti via“.
Tempo di vacanze, di sole, di creme e scottature, ma anche di bagni al mare, di tuffi, di maschere e boccai … il sogno di ogni buon lomografo è immortalare questi momenti di spensieratezza con i tipici effetti lo-fi. Ma come?
La Lomography suggerisce l’acquisto dello scafandro per la Fisheye oppure il Krab per la LC-A+ e la LC-W, da aggiungere alle vostre macchine preferite.


Sembrano entrambi molto divertenti, in particolar modo quello della Fisheye, che dà proprio l’effetto “oblò di un sottomarino”. Suppongo siano anche sufficientemente robusti, soprattutto quello per la LC-A+ e la LC-W, che sono le macchine più costose e si rovinerebbero irrimediabilmente a contatto con l’acqua.
Questi accessori, però, non sono propriamente economici, specialmente in un periodo di spese com’è quello delle vacanze. Vediamo un po’ se ci sono alternative.
Pubblico la versione in italiano dell’introduzione che ho scritto per The Polaroid Issue, la rivista di TWTGE. Ho dovuto anche aggiornarla perché nel frattempo ci sono state delle novità dal fronte Pellicola!
La fotografia istantanea è un mondo meraviglioso, affascinante ma anche molto ampio e articolato. Spesso, quando ci si avventura si finisce per fare una grande confusione! Meglio mettere un po’ di ordine all’enorme quantità di informazioni su macchine, pellicole e quant’altro.
La prima informazione che ci interessa sapere è che la Polaroid , purtroppo, ha dismesso la produzione di pellicole e macchine ormai da qualche anno. L’azienda statunitense ha deciso di chiudere con il mercato della fotografia istantanea, ma non per questo dobbiamo demoralizzarci! È per questo motivo che farò riferimento anche a mercatini o siti per la vendita privata, come risorse per l’acquisto delle vostre macchine preferite! Inoltre, senza scordare la qualità dei prodotti della Fuji la fotografia istantanea è tornata a vivere anche grazie all’impegno dell’Impossible Project e alla produzione di nuove pellicole!
Cominciamo: con quale macchina intraprendere questa meravigliosa avventura?
E’ appena uscita la nuova toycamera della Lomography: si chiama “La Sardina” e si presenta con un look un po’ vintage e un po’ peschereccio in quattro colorate varianti: El Capitán, Fischer’s Fritze, Sea Pride e Marathon.
Tempo fa vi avevo parlato delle lenti close-up per la Holga. Ricordate? Vi avevo detto che queste lenti aggiuntive non fanno altro che sommare diottrie all’ottica della Holga, in modo da farci avvicinare di più ai nostri soggetti. Avevamo visto che le lenti close-up arrivano fino alla distanza di soli 12 cm … ma se volessimo un incontro ancora più ravvicinato?
Per questo esistono le lenti macro, in grado di far arrivare la nostra fotocamera a 6 cm o addirittura a 3 cm dal soggetto!
Le macro lens per la Holga potete trovarle in qualsiasi shop di toycamera e accessori, intorno ai 10 euro. C’è anche chi si è costruito artigianalmente delle lenti macro, ma non ho idea di cosa abbia usato di preciso. Altrimenti, esiste un metodo per modificare permanentemente il fuoco della vostra Holga.
Oggi voglio inaugurare una nuova categoria di questo blog che si chiamerà “confronti”. Ho notato che spesso nei motori di ricerca viene digitato: “diana o diana mini”; “diana o holga”; “holga 120 o holga 135” e così via. Per cui ho deciso di mettere a confronto alcune macchine piuttosto popolari, facendo emergere le differenze più importanti e sperando di essere utile a chiunque sia indeciso.
La prima puntata di questa nuova serie si intitola: Diana+ o Diana mini?

E’ uscita proprio ieri per la Lomography, la LC-Wide. Una versione ultra-grandangolare della LOMO per eccellenza, la LC-A.
Prima di conoscere meglio la neonata LC-W, guardiamoci l’unboxing di Mijonju, tanto per una prima impressione:
Quella che sto per fare non è una vera e propria recensione della LC-W, dato che non ho avuto il piacere di provarla. Il mio intento è semplicemente quello di guardare insieme a voi le caratteristiche, per capire di che prodotto si tratta. Continua a leggere
Queste ultime due settimane mi sono data ai test delle pellicole a colori prodotte dall’Impossible Project che, da un anno a questa parte, è l’azienda che si è ripromessa di salvare dalla polvere e dall’oblio le vecchie amate macchine Polaroid. Spinta dalla curiosità, ho provato le pellicole della linea Color Shade: le PX70 sulla mia SX-70 Sonar One Step e le nuovissime PX680 sulla 600 Spirit. Vediamo un po’ cosa è venuto fuori …