Finalmente eccomi qui a parlarvi del nuovo arrivo: la Lomokino. Chi mi segue su Facebook sa che a natale ho trovato sotto l’albero l’ultima uscita della Lomography, di cui avevo già parlato. Vi avevo anche promesso che avrei fatto una review con le mie impressioni di utilizzo. Lo so che è quasi Pasqua, spero perdonerete l’enorme ritardo e preparatevi perchè sarà un post lunghetto ma, spero, succoso.
Confronti: Diana o Holga?
16 FebA grande richiesta (di chi?, non saprei) eccovi un’altra spumeggiante puntata di Confronti.
[parte la sigla]
Quest’oggi, vediamo le differenze (se ce ne sono) tra la Holga e la Diana, due macchine che si contendono lo scettro di regina della lomografia. Come sapete, lo scopo di questa rubrica è quello di cercare di aiutare un aspirante giovinotto che, piuttosto confuso, si accinge ad entrare nel mondo delle plastic lens. Ora, questo non toglie che poi si finisce per averle entrambe (conosco i miei polli) – (io sono un pollo, per dire).
Nuova Holga 135 PAN!
1 FebQualche mese fa ha fatto il suo debutto la Holga 120 PAN, una meraviglia di plastica per scattare panorami in formato 6×12. Come preannuciato dalla Holga Direct, è uscita anche la versione 135.
Ladies and gentlemen, here you are, miss Holga 135 PAN!
Avere una testolina bacata e una Diana F+
5 DicQualche tempo fa, quando ancora c’era il sole e faceva molto caldo, a causa di alcune letture, ho deciso di prendermi la Diana F+. Qualcuno di voi direbbe: “ma hai già la Holga 120, cosa te ne fai?” E io risponderei immediatamente: è vero! Per questo motivo nella mia testolina bacata non era mai affiorato il pensiero di comprare la Diana F+. Tuttavia la curiosità ha avuto la meglio, soprattutto dopo aver sbavato su guardato attentamente alcune fotografie uscite fuori proprio da quelle lenti di plastica. E allora mi sono detta: diamo una possibilità alla Diana!
Ora, come immagino voi saprete, la Diana è considerata una delle toycamera per eccellenza, insieme alla mia amata Holga. Continua a leggere
Lomography Earl Grey B&W 100
29 NovAvrei dovuto scrivere questo post prima, ma non l’ho fatto. Che volete?, sono eccessivamente pigra, in quest’ultimo periodo. Comunque, volevo parlarvi un poco della mia esperienza con queste nuove pellicole bianco e nero della Lomography: le Earl Grey 100 ISO.
Lomography X Tungsten 64: il tungsteno che non mi aspettavo
21 NovAll’inizio di ottobre sono andata a Milano a farmi un bel giretto turistico e non. La causa del viaggio era il Festival della Fotografia istantanea, ma volevo visitare anche un po’ la città, visto che non c’ero mai stata. Tra le varie tappe, quella allo store Lomography in via Mercato mi sembrava quasi obbligata. Inoltre, ero in cerca di un souvenir che non fosse la solita calamita kitsch da frigo (che mi riporto puntualmente a casa ad ogni viaggio). Così, ho optato per un ricordino utile: la nuova pellicola Lomography X Tungsten 64! Volevo provarla e ho approfittato dell’occasione.
LomoKino: la novità Lomography per creare mini-movie
4 NovE’ appena uscito il nuovissimo prodotto della Lomography, come si preannunciava l’altro ieri. Si chiama LomoKino e, dopo tanti indizi e attese, è venuto fuori che si tratta di una fotocamera capace di impressionare 144 fotogrammi in sequenza su una normale pellicola 35mm che, una volta montati, possono dare vita ad un video di circa 50 secondi in perfetto stile lo-fi.
Ora, io ovviamente non l’ho mai avuta tra le mani, quindi posso solo dire la mia opinione in base alle informazioni che si trovano in rete. Quindi cerchiamo semplicemente di capire un po’ meglio il prodotto, specialmente dopo il delirio e la confusione che si sono creati la mattina del lancio sulla pagina di Facebook (accidenti, manteniamo la calma!).
L’idea della LomoKino la trovo interessante. Credo che sia dai tempi della Spinner360 che la Lomography non sfornava un prodotto originale e nuovo. Certo, l’idea dei fotogrammi in sequenza capaci di creare dei mini-movie era già stata sfruttata con le toycamera multilente come la Actionsampler o la Supersampler, ecc. Però probabilmente la LomoKino è un po’ più controllabile a livello di diaframmi, che si possono modificare durante la “ripresa”. Tra l’altro, il design retrò lo trovo vincente, richiama l’idea delle vecchie cineprese a pellicola. Continua a leggere
Indizi, indizi, indizi …
2 NovDevo ammettere che stavolta quelli della Lomography mi hanno incuriosito parecchio. Domani finalmente sapremo la verità, per ora eccovi alcune foto del nuovo prodotto che quei furboni ci hanno lasciato:


Che idea vi siete fatti? Finora, dagli altri indizi, si sa che l’oggetto del mistero ha a che fare con il cinema e con le doppie esposizioni, mah! Ah, pare anche che sarà un prodotto economico, ma non fidiamoci troppo …
Stay tuned!
Diana Multi-pinhole Operator: UN-DUE-TRE PINHOLE!
18 OttEbbene sì, alla fine l’ho fatto. Mi sono presa la Diana Multi-pinhole Operator, più per capriccio che per altro (ultimamente non faccio che raccontarvi di quanto le mie mani siano bucate, sto rischiando di essere monotona, me ne rendo conto).
Si tratta della versione pinholica della famosa Diana F+. Come molti di voi già sapranno, anche la Diana F+ è dotata di foro stenopeico. Basta semplicemente togliere l’obiettivo e mettere l’otturatore in posa B, lasciandolo aperto il tempo necessario a impressionare la pellicola.
Diana F+ in modalità "pinhole"
Sapete tutti cos’è un foro stenopeico (pinhole), vero? In parole povere, si tratta di un minuscolo foro dal quale entra la luce (“pinhole“, infatti, letteralmente vuol dire “buco di spillo“). La particolarità è che la foto viene fatta senza l’ausilio di lenti, per cui è come avere a disposizione un diaframma estremamente chiuso: per questo, la profondità di campo è pressoché illimitata, tutto sembra essere a fuoco e i tempi di esposizione sono mediamente lunghi. La cosa che più mi diverte delle macchine stenopeiche è che ci si può avvicinare quanto si vuole al soggetto!
Rispetto al pinhole della Diana, la Multi-pinhole possiede però una particolarità in più: è dotata di un selettore che permette di usare fino a tre fori stenopeici contemporaneamente. Questo vuol dire che l’immagine si può sdoppiare o anche “striplicare”, se mi passate il termine. Non solo, ma in dotazione ci sono 6 filtri colorati con i quali creare immagini ancora più particolari.
Libri sulla lomografia e mani bucate
28 SetOggi non voglio parlarvi di macchine o pellicole, nè di esperimenti o tutorial. Oggi parliamo di libri. In questo ultimo periodo mi sto interessando particolarmente a quelli dedicati alla lomografia. Non sono molti, purtroppo, ma decisamente interessanti e pieni di spunti. Non me ne voglia nessuno, ma sul mio comodino oltre al manualone del maestro Feininger ho fatto posto anche ad altri due libri che leggo e sfoglio con altrettanto coinvolgimento. Sono: Plastic Camera. Toying with creativity di M. Bates e Click! di K. Meredith.











