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Diana Multi-pinhole Operator: UN-DUE-TRE PINHOLE!

18 Ott

Ebbene sì, alla fine l’ho fatto. Mi sono presa la Diana Multi-pinhole Operator, più per capriccio che per altro (ultimamente non faccio che raccontarvi di quanto le mie mani siano bucate, sto rischiando di essere monotona, me ne rendo conto).

Si tratta della versione pinholica della famosa Diana F+. Come molti di voi già sapranno, anche la Diana F+ è dotata di foro stenopeico. Basta semplicemente togliere l’obiettivo e mettere l’otturatore in posa B, lasciandolo aperto il tempo necessario a impressionare la pellicola.

Diana F+ in modalità "pinhole"

Sapete tutti cos’è un foro stenopeico (pinhole), vero? In parole povere, si tratta di un minuscolo foro dal quale entra la luce (“pinhole“, infatti, letteralmente vuol dire “buco di spillo“). La particolarità è che la foto viene fatta senza l’ausilio di lenti, per cui è come avere a disposizione un diaframma estremamente chiuso: per questo, la profondità di campo è pressoché illimitata, tutto sembra essere a fuoco e  i tempi di esposizione sono mediamente lunghi. La cosa che più mi diverte delle macchine stenopeiche è che ci si può avvicinare quanto si vuole al soggetto!

Rispetto al pinhole della Diana, la Multi-pinhole possiede però una particolarità in più: è dotata di un selettore che permette di usare fino a tre fori stenopeici contemporaneamente. Questo vuol dire che l’immagine si può sdoppiare o anche “striplicare”, se mi passate il termine. Non solo, ma in dotazione ci sono 6 filtri colorati con i quali creare immagini ancora più particolari.

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Impossible emulsion!

14 Ott

Eccovi il tutorial sull’emulsion lift pubblicato sulla rivista TWTGE – The home issue.

Visto che il titolo del numero è THE HOME ISSUE, voglio proporvi una tecnica di manipolazione da fare in casa, proprio con le nostre amate pellicole istantanee. Sto parlando dell’emulsion lift, ovvero il trasferimento di una foto sulla carta. Questa tecnica è facilmente realizzabile con le pellicole dell’Impossible Project, sembrano fatte apposta per questo! Inoltre, nello shop online dell’Impossible Project potete trovare degli utilissimi kit per la manipolazione e delle bellissime carte da poter utilizzare per i vostri lavori.

Tutto quello che vi serve è:

  • Una foto fatta con pellicole Impossible Project
  • Due bacinelle con acqua calda e fredda
  • forbici
  • Un pennello morbido
  • Un foglio di carta per acquerelli

Io in questo caso ho usato una foto fatta con le PX70 Color Shade. E ora, rilassiamoci e cominciamo. Continua a leggere

TWTGE the home issue

11 Ott

Sono stra-felice di condividere con voi la soddisfazione di vedere per la seconda volta il mio nome sulla rivista online di TWTGE! Questo numero si chiama The home isuue ed è dedicato alla casa. Io ho partecipato con un tutorial casalingo sull’emulsion lift con pellicole Impossible! A breve, pubblicherò qui la versione del tutorial in italiano!

Voglio ringraziare Luca Tommaso Cordoni di TWTGE per avermi proposto questa collaborazione! Grazie ancora.

Redscale, una tecnica da scoprire!

8 Set

L’estate sta finendo, il caldo se ne va … come non celebrare la fine di questa magnifica stagione con la tecnica che più si adatta ai suoi colori, alla sua luce e alle alte temperature? Sto parlando della tecnica del redscale!

Questa tecnica consiste nell’esporre sul retro dell’emulsione una normale pellicola negativa che, una volta rigirata, darà un particolare effetto di rossi intensi e suggestivi (da qui, “redscale“).

Le pellicole redscale sono facili da realizzare. Basta prendere il contenitore di un vecchio rullino vuoto e agganciare al contrario la pellicola nuova, riavvolgendocela dentro. Questa operazione è da fare al buio, ovviamente. Per chiarirvi le idee, leggete questo tutorial in italiano che ho trovato su flickr. Se invece pensate di non avere dimistechezza con il fai-da-te, esistono quelle belle e pronte targate Lomography e Rollei.

Il mio unico tentativo di redscale fatto in casa si è rivelato un fallimento perchè la mia estrema furbizia mi ha suggerito di montare la pellicola sulla pinhole di cartone. Ovviamente è stato un disastro: la pellicola non era ben tirata, dato che la pinhole è quello che è – poverina, non è colpa sua. Per onestà, vi faccio vedere ugualmente i risultati, ma sappiate che me ne vergogno un po’. Vabè … eccoli, non ridete:

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E se la Mini non ha il fisheye?

12 Lug

Glielo facciamo noi! In che modo? Semplice, se avete il fisheye della Holga 120, basta adattarlo all’obiettivo della Mini. Io ho seguito il video di questo simpatico signore, Kai:

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Tecnica creativa: l’image transfer con le Polaroid

6 Lug

L’altra domenica ho montato un pacco di Polaroid 125i silk scadute nel 2001 nella mia adorata Land Camera 320, con lo scopo di provare questa meravigliosa tecnica chiamata “image transfer“. Mi ha sempre affascinato, e si può dire che la mia mania per le Polaroid sia cominciata proprio con la curiosità di provare tutte le tecniche creative che la fotografia istantanea permette.

Quello che sto per fare è una sorta di mix micidiale di tantissimi tutorial letti in rete sull’argomento. Effettivamente l’image transfer non è una tecnica semplicissima, purtroppo si rischia di non riuscirci al primo colpo. Ma non fasciamoci la testa prima di aver provato.

Tutto quello che ci occorre è:

  • Pellicola Polaroid 125i o Polaroid 669
  • Ovatta
  • Alcool
  • Carta ruvida per acquerelli
  • Rullo per Adigraf o qualsiasi cosa che possa fare un po’ di pressione
  • Nervi saldi e sangue freddo

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Uno splitzer per miss Holga, please!

12 Mag

Durante le feste di Natale (sembra passato un secolo, accidenti) mi sono fatta prendere la fantasia di provare costruirmi lo splitzer per la Holga, ispirata dalla lettura di un tutorial trovato in rete.

Come ho spiegato su Frankenphotography, dove è stato già pubblicato questo tutorial, lo splitzer non è un aperitivo, ma uno strumento  molto simpatico per fare le multiple esposizioni. In pratica, serve a coprire una parte o una metà della lente e scattare più volte impressionando parti diverse della pellicola, a seconda della posizione dello splitzer.

Lo splitzer è prodotto dalla Lomography per la Diana+ e per la LC-A+. La povera Holga devono essersela dimenticata, per cui ho subito rimediato per non farla sentire da meno!

Tutto quello che occorre è:

  • un cartoncino non troppo spesso
  • un taglierino
  • una squadra o un righello
  • un compasso
  • scotch isolante nero q.b.

Procediamo.

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Come ricavare negativi dalle pellicole istantanee Fujifilm

21 Dic

Ho scoperto tempo fa una cosa divertente, facile ma anche utile andando a zonzo per la rete. Sto parlando della possibilità di ricavare i negativi dalle vostre istantanee scattate con le pellicole peel-apart Fuji.

Come ho già spiegato in precedenza, le pellicole chiamate “peel-apart” sono un tipo specifico di istantanee la cui particolarità è quella di dividere il positivo (o meglio, la foto stessa) dal negativo. Quest’ultimo, solitamente, viene buttato come scarto. Invece di gettarlo via, voglio proporvi un modo per poterlo riciclare e farne tutta un’altra foto.

fuji fp100c

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