Anche quest’anno il Pinhole Day sta arrivando per celebrare la fotografia più elementare (e allo stesso tempo complessa) che ci sia: quella senza lenti! Cosa c’è di meglio che costruirsi una fotocamera per l’occasione? Io mi sono data al DIY a marchio StenopeiKa con una Paper Camera. Il design? Quello più sfizioso, a mio parere: sì, la Ginha e la Pinha saranno anche le sorelle cartacee dell’amata Holga e della Diana, ma finalmente posso dire di avere tra le mani una Polaroid Big Shot come Andi Warhol, grazie alla Big Hole!
Un altro post per i miei “viaggi in Lo-Fi“, anche se parlare di Vienna e dei sei mesi passati là, è davvero difficile. Non è stata, per me, una decisione presa a cuor leggero e riesco a realizzare solo un poco alla volta. Non sono notoriamente una donna impavida e Vienna è stata, in assoluto, la scelta più coraggiosa che io abbia mai fatto. Ci sono stati momenti duri, di grande nostalgia. Al di là del lavoro, ciò che porterò per sempre dentro sono le persone: Lisa, Carolina, Claudia, Mariana e Denise sono state la mia famiglia, per quei mesi. Sono cambiata profondamente e certamente arricchita da questa esperienza, ma avevo bisogno di un po’ di tempo per poterne scrivere con il sufficiente distacco. Anche se, rileggendo queste poche righe, già vedo la deriva sentimentalista che prende piede.
Inauguro oggi la rubrica “viaggi in Lo-Fi” in cui ho aggiunto anche gli altri miei vecchi progetti come quello di Praga, Copenhagen e Berlino. Questa volta voglio portarvi ad Amburgo, una meta abbastanza insolita che sicuramente non vi farà mancare le atmosfere underground e indipendenti di altre capitali europee.
Sono stata ad Amburgo in un weekend di fine gennaio, quando il gelo, la neve e – soprattutto – la pioggia erano ancora una realtà. Mi piace molto viaggiare in inverno, nonostante il freddo e le poche ore di luce, per riuscire ad avere un giudizio quanto più possibile oggettivo sulle città che mi capita di visitare. Come dire, con il sole sarebbe tutto troppo facile (…)!
LC-Wide – Kodak Elitechrome 100 @200 ISO – Cross Process (dal treno)
Della serie “meglio tardi che mai” (forse dovrei aprirla davvero questa rubrica – sono indietro con tutto!), oggi vorrei parlarvi della famosa pellicola Lomography che cerca di somigliare alla Aerochrome. Si chiama Lomochrome Purple XR 100-400 ed è una negativa (non a infrarossi!) uscita in prevendita giusto un anno fa. Ho ordinato il primo lotto di 5 rulli 120 a febbraio, mi sono arrivati ad agosto, ne ho provato uno durante quel mese, ho terminato le 12 pose circa una settimana fa e oggi ho finalmente i risultati. Un anno, ci pensate?
Come avevo accennato nel post del 2013, l’idea era di usarle con la mia cara Lubitel 166 U e così ho fatto. Ho esposto considerando la pellicola a volte come una 400 ISO e a volte come una 100 ISO, a seconda della luce e senza usare filtri. Sviluppo in normale C41. Eccole qui, tutte quante:
Insieme alle 600, le Polaroid Spectra System sono tra le fotocamere istantanee più diffuse al mondo, per una semplice ragione: sono molto facili da usare grazie all’autofocus, al flash integrato e all’esposizione automatica. Mi ricordo che erano dei gran bei regali di comunione durante gli anni ’90, insieme allo stereo della Sony o al Super Nintendo. Tutti ce l’avevano, tranne me. Ma di questo vi avevo già parlato tempo fa.
Il fatto è che le Polaroid Spectra System sono ganze (visto che sto richiamando gli “anni ’90”, rispolvero questo aggettivo). C’è poco da fare. Prima di tutto, il formato delle foto non è quello classico quadrato 3×3, ma un fantastico 3×2 (come una foto standard su 35mm!). In secondo luogo, la messa a fuoco con il mitico sonar, cioè attraverso gli ultrasuoni, è una cosa che mi ha sempre fatto impazzire. Continua a leggere →
Buon anno, gente! Se fossi una blogger seria, non dovrei arrivare a gennaio inoltrato per augurarvi felicità e prosperità per questo 2014 appena cominciato. Ma – visto che non mi smentisco mai – ho tardato un po’. La causa è che mi sono persa nella lettura di alcuni libri ricevuti per Natale e che avevo a casa da qualche tempo. Oggi, infatti, voglio proprio parlarvi di un’altra mia piccola fissazione: i libri di fotografia.
Avendo studiato filosofia, ho passato anni con il naso sui libri, ma quelli di fotografia sono sempre stati un modo per evadere da testi fitti fitti e complicati. Non che “leggere” un’immagine sia qualcosa di semplice (tutt’altro, direi), ma il mio cervellino bacato si è sempre preso una bella boccata d’aria tutte le volte che mi capitava di aprire un libro dedicato alle fotografie di Atget, Bresson o Erwitt.
Ora che la filosofia l’ho messa da parte, l’idea di leggere dei libri che parlassero di una delle mie passioni mi ha stuzzicato non poco, specialmente da quando ho avuto tra le mani quella che io considero la Bibbia delle toycamera, ovvero: “Plastic Camera, toying with creativity” di Michelle Bates. Un libro scritto con tanto amore nei confronti di un tipo di fotografia che non vuole prendersi sul serio, proprio perché fatta con mezzi semplici ed elementari, come la plastica. Straconsigliato (se ne volete sapere di più, ne avevo parlato qui). Continua a leggere →
Ecco qui la mia ultima “fatica” con la Lomokino, realizzata sempre con la stessa tecnica, ovvero in stop-motion e con una Lente Close-up 12 cm della Holga posizionata davanti all’obiettivo con un po’ di nastro adesivo.
Penso la realizzazione di questo video da tanto, credo almeno un anno. Ne ho fatti diversi, venuti tutti malissimo. E questo è il meno peggio, pensate un po’! L’altra sera mi sono decisa, ho montato una pellicola, organizzato il “set” e girato. Nell’euforia creativa mi capita spesso di non pensare e … ho aperto la Lomokino prima di riavvolgere il rullino. Che pivella! Quindi ne ho fatto subito un altro, questo:
L’effetto “mosso” è voluto. Nell’euforia di cui sopra, devo aver sbagliato la messa a fuoco, ma onestamente credo si sposi bene con questa confusione mentale che ho avuto per tutto il 2013 (mettiamola così, va). E poi basta, dovevo pubblicarlo!
La pellicola è una Kodak Tri-x 400 sviluppata in Adonal 1+50.
Se volete un piccolo tutorial su come scansionare e montare i video della Lomokino con MovieMaker, scrivetemelo nei commenti e provvederò! Non so se riesco a postare prima di Natale, perciò vi faccio tantissimi auguri di cuore! In caso contrario, ve li farò due volte.
Finalmente! Sono passati talmente tanti mesi dall’ultimo rullino scattato e sviluppato, che quasi non mi ricordavo più cosa si provasse. Questa esperienza a Vienna è stata veramente intensa che ho dovuto mettere (quasi) da parte la fotografia e questo blog. Ma ora ho voglia di riprendere, ho bisogno di farlo e tornare qui su WordPress e selezionare “aggiungi nuovo articolo” è davvero una forte emozione.
A parte questa inutile premessa che interesserà allo 0,01% di voi, oggi voglio parlarvi della mia esperienza con la Konstruktor, la reflex in plastica di Lomography fai-da-te. Come molti di voi sapranno già, la Konstruktor è uscita a giugno ed è stata un successone per l’azienda viennese. Prima di tutto perché si tratta di un prodotto abbastanza economico (che non guasta mai); in secondo luogo perché l’idea di costruirsi una fotocamera con le proprie mani attira molte persone, tra cui la sottoscritta.
Ciao! È un po’ che non ci si sente, vero? Non ho grosse novità, per ora. Volevo però segnalarvi l’uscita di alcune mie foto (sempre su Berlino, sto diventando noiosa!) sul numero due del Magazine 3:mezzi.
Il tema della rivista è lo “smarrimento” e mi è stato chiesto se Berlino fosse un città in cui sia possibile smarrirsi. Beh, come non perdere la bussola in un posto che è sempre in divenire? Ci tornerò presto e mi perderò ancora.
Nel frattempo, ringrazio Francesco per avermi proposto questa collaborazione!
Potete scaricare la rivista a questo link oppure sfogliarla qui.
Realizzare che è il complenno del tuo blog alle 22:35 ti fa capire che hai davvero la testa altrove. Accidenti, ma cosa mi prende? Due anni fa ho vissuto questo traguardo come una meta di inestimabile valore e ora me ne dimentico?!? Ma che diamine!
Ci tengo molto a ringraziarvi tutti quanti. Sì. Sembrerà sdolcinato e patetico, ma in questi 3 anni questo blog è andato avanti non solo per mia passione e divertimento, ma soprattutto grazie al vostro grande affetto. La pagina su Facebook continua a crescere e io, in tutto questo marasma che è diventata la mia vita negli ultimi mesi, ogni tanto mi rifugio qui e torno a leggere i vecchi post e i vostri commenti, così mi sento a casa.