Con il naso all’insù: una Yashica T3 a Muir Woods

3 Nov

Apro il post con una notizia sconvolgente: la mia LOMO LC-A è rotta. Stavolta è roba seria, non so se si riprenderà e i segnali non sono buoni: l’otturatore non dà segni di vita e sembra che ci sia stato un corto circuito interno. Ahi ahi ahi! Sono abbastanza convinta che sia tutta una questione di gelosia o di stanchezza. Sarà un caso, ma la LOMO ha smesso di funzionare proprio quando è arrivata a casa la Yashica T3 che ho preso sulla baia! Secondo me, deve aver pensato: “Ingrata, ne ho viste di ogni, sono sempre rimasta al tuo fianco, e mi sostituisci così?! *biiiiiiiiiip* [inserire insulto a piacere]”; oppure, dopo aver visto la nuova compatta, deve aver creduto che era arrivato finalmente il momento di andare in pensione. Bah, io comunque sono in lutto e consapevole di avere un rapporto morboso con le mie macchine, ma forse voi non ne siete nemmeno tanto sorpresi.

Ultimamente sentivo il bisogno di una fotocamera meno “giocattolo” e più precisa, allo stesso tempo semplice e pratica da portare sempre dietro. Ero indecisa tra la Olympus Mju II e una della serie “T” della Yashica, ma il fatto che la T3 avesse un’ottima lente (Carl Zeiss Tessar f/2.8) e un mini pozzetto da cui sbirciare dall’alto (ideale per gli scatti rubati) mi ha convinta e ho cominciato la mia ricerca. Erano secoli che non facevo un’asta o cercavo sui siti di annunci, quanti bei ricordi sono affiorati!

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Keep on truckin’ in San Fran – pt. 1

20 Ott

Urrà, una nuova “serie” per la rubrica “Viaggi in Lo-Fi“! Così com’è stato per Berlino, sarà più un contenitore che una vera e propria serie. Insomma, quando vedrete il titolo “keep on truckin’ in San Fran“, sapete cosa aspettarvi. Vi racconterò un poco anche degli scatti, cosa ho usato, dove mi trovavo e più o meno gratuitamente anche cosa pensavo.

Sono scatti alla rinfusa che ho cominciato a pubblicarli anche su Flickr perché non vedevo l’ora di metterli da qualche parte. Se mi seguite da qualche tempo, sapete benissimo che il Disordine è la mia personalissima regola di vita, sicuramente coadiuvata da questo pellegrinare in giro per il globo. Così ogni tanto penso: “devo fare una serie con ‘sta roba … sì, ma non ha né capo né coda … ok, le pubblico ugualmente” (per poi pensare subito dopo che tutto questo non ha senso alcuno e che sarebbe meglio investissi il mio tempo in altri modi). Tra Flickr e Tumblr non so dove regni più caos, ma tant’è.

Sono sicura che qualcuno di voi si starà chiedendo cosa vuole dire il titolo. Si chiama truckin’ un tipo di camminata che mi ha sempre fatto ridere, ha origini in America negli anni ’70 e consiste nel camminare con lunghi passi mantenendo il corpo indietro e molleggiandosi sulle ginocchia.

Ecco, immaginatemi camminare così, per le strade di San Francisco. Camminare e fare foto – facendo finta che sia casa.

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Girare con una Lubitel al collo

1 Ott

È appena passato settembre ed è stato un mese per me illuminante. Forse ho solo realizzato una cosa che già sapevo da tempo: adoro la mia Lubitel 166U. Ne vado pazza. Sarà che da quando le ho regalato una bella Figosa, portarla con me è molto più comodo!

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Last Camera: prime impressioni e light leaks mancati

25 Set

La storia della Last Camera forse la conoscete, se un po’ seguite le mie stupidaggini sui vari social. Per chi ha giustamente di meglio da fare, ve la riassumo così: avrei dovuto trovarla sotto l’albero, ma la dogana ha pensato bene di fare lo sgambetto al povero Babbo Natale e farmela avere circa 3 mesi dopo (l’acquisto su Holga Direct era stato fatto a fine ottobre per la promozione del Black Friday). Poi ci si è messo il trasferimento e tutti i vari trambusti, senza contare il primo test che ho lasciato a casa (…); insomma, per farla breve, questi che vi mostro oggi sono i risultati del mese scorso.

Ma che cos’è questa Last Camera di cui vado blaterando? Si tratta di una toycamera 35mm DIY, proprio come la Recesky o la Konstruktor. Non è molto che si trova in commercio ed è prodotta dalla SuperHeadz, un’azienda giapponese che produce macchine in plastica piuttosto strambe sia analogiche che digitali, tra cui la Ultra Wide and Slim, la Digital Harinezumi, la Blackbird, Fly, la Golden Half e tante altre.

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Di compleanni, scanner, stampanti e tecnologia avanzatissima

17 Set

Tanti auguri al blog
Tanti auguri al blog
Tanti auguri al blogghe
Tanti auguri al blog!

Sono quattro anni, ragazzi miei! Quattro! E chi l’avrebbe mai detto che sarei arrivata fino a qui? Non avrei scommesso nemmeno un centesimo che questa avventura sarebbe durata così a lungo! E invece ci sono arrivata, in un modo o nell’altro (scrivo e mi accarezzo la spalla, amichevolmente).

Al di là delle autocelebrazioni, oggi volevo scrivere un post tecnologicamente avanzato per parlarvi del nuovo scanner per pellicole, come promesso. In realtà non ho molto da dire (un discorso più o meno sensato sugli scanner lo trovate qui), se non che il Canoscan 9000F è esattamente quello che mi aspettavo. Molto simile al mio vecchio 8800F, con qualche piccola chicca in più, come la risoluzione massima fino a 9600 dpi per la scansione dei negativi. Sulla stessa fascia di prezzo (circa 200 euro) e con caratteristiche simili, esistono anche l’Epson V550 e il V600, ma ho deciso di affidarmi anche questa volta ad un Canon perché sapevo cosa aspettarmi. Per il resto, non voglio entrare in nessuna diatriba Canon vs Epson, Canon vs Nikon, Analogico vs Digitale, Cani vs Gatti, Empiristi vs Razionalisti, e via dicendo.

Ovviamente, l’ho subito messo all’opera con le polaroid e presto vi mostrerò qualcosa dei negativi ritirati in questi giorni!

In casa poi è arrivata un’altra “piccola” che, credo, mi farà buona compagnia. Si tratta della stampante Selphy CP910, sempre della Canon, con cui posso stampare le mie foto preferite senza dover andare in laboratorio! Sì, il formato è sempre lo stesso (10×15, come le cartoline) e la qualità non è certamente eccezionale (risoluzione massima 300 dpi), ma per avere delle stampe ben fatte per tappezzare le pareti, è perfetta!
La Selphy è una stampante wireless a sublimazione termica e il suo prezzo orbita intorno agli 80-100 euro. La carta ha dei costi piuttosto contenuti (intorno ai 13 dollari, ovvero 10 euro circa per 36 fogli – sul sito-che-vende-libri-a-poco invece stanno sui 18-15 euro) e viene venduta insieme alla cartuccia di inchiostro. Ho stampato alcune mie foto storiche che non avevo mai stampato, ma solo scansionato. Certo, quelle in bianco e nero sarebbero molto più belle se stampate in Camera Oscura, ma per ora mi accontento. Chissà che un giorno non riesca ad avere di nuovo un ingranditore e mollare questi discorsi sul numero dei di-pi-ai, ché non ci capisco un bel niente a dire la verità. Sì, è bello sognare.

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Oh, circondata da tutta questa tecnologia, mi sembrava il caso di fare un video con Hyperlapse:

Peccato che, nonostante abbia velocizzato il video, la stampante sia sempre un po’ lenta (impiega circa 47 secondi a stampa, comunque)! Fa niente. Mi piace così, un po’ schiappetta. Come me.

Nostalgia, nostalgia canaglia: Berlino e le ultime polaroid ritrovate

5 Set

Ci siamo! Alla fine lo scanner è arrivato proprio questa mattina, ve ne parlerò nel prossimo post. Sono così contenta! È come se si aggiungesse un piccolo pezzo al puzzle che sto cercando di mettere insieme per sentirmi sempre più a mio agio in questa casa americana.
A proposito di ‘casa’, ho ritrovato le polaroid che ho scattato l’ultima settimana che ero a Berlino. Era metà marzo, avrei lasciato definitivamente il minuscolo appartamento di Pappelallee il 18; mi guardavo intorno incredula con la mia SX-70 in mano e un pacco di TZ Artistic scadute nel 2009, gironzolando per il quartiere per rendergli omaggio e cercare di imprimere il più possibile il ricordo di quelle strade nella mia testa. Come se non ce le avessi già! Ogni tanto mi capita di sognarla, Berlino.

Avevo riposto quelle polaroid in una busta e messo dentro in uno degli scatoloni che avrei spedito in America, con il pensiero di scansionarle qui a San Francisco, il giorno che avrei avuto di nuovo uno scanner. E così è stato. 
Eccovi dunque le ultime (ultimissime!) testimonianze di una città che sarà sempre parte di me. Giuro che poi non vi annoierò più con i post malinconici. Promesso!

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Dedico questo post alla mia amica Elisa.

Si ricomincia! Nuova vita a San Francisco

28 Lug

Al momento in cui scrivo, sono le 8,48 di mattina, in Italia dovrebbero essere quasi le 18; la giornata volge al termine mentre qui è ancora tutta da compiere. Ci sono 9 ore di distanza tra me e voi, cari amici, e con questo dobbiamo farci i conti. Almeno, io devo farceli! Per quelli che non mi seguono sui vari social, ho deciso di fare un breve post, un po’ per rendere vivo questo spazio ultimamente trascurato, un po’ per aggiornarvi e fare il punto della situazione.

Sono finita – insieme a quello che ormai è diventato il mio marituzzo (love, love, love) – dall’altra parte del mondo: San Francisco!
Si ricomincia allora con tutto: cambiamenti, traslochi, scatoloni, ikea, mappe, figuracce, incertezze, amicizie, niente pizza, niente amatriciana, skype, nostalgia, novità, questioni vitali come “dove porterò a sviluppare i rullini”, “mi serve lo scanner”, “ho male ai piedi, ho camminato troppo”.

Sono qui da due settimane appena, ho cominciato ad aprire le tre scatole piene di pellicole e macchine che ho fatto spedire da Berlino lo scorso febbraio.

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Non potete capire che ansia sapere che le mie macchine si sono fatte un viaggio del genere, con la possibilità di perdersi chissà in quale meandro del mondo. ANSIANSIANSIA a non finire.

Ho subito spacchettato le mie amate foto del Photoautomat, presto le appenderò in casa!

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Girando per il quartiere, ho fatto sviluppare due rulli 120 in un laboratorio vicino casa, su Polk Street. Il tipo che gestisce il laboratorio è gentilissimo e soprattutto velocissimo, ma ahimè si prende 6,50 dollaroni (più tasse) a sviluppo. Non sono poi tanti, ma i bei tempi degli sviluppi da Rossmann a Berlino a soli 2,55 euro sono andati, sigh.

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Inoltre, vorrei riprendere a sviluppare in casa il bianco e nero! Non appena avrò la possibilità, acquisterò su B&H una changing bag, rivelatore, arresto e fissaggio. Anche un nuovissimo e scintillante scanner per pellicole è nella mia wishlist. Intanto sto decidendo quale modello e marca, ma sono molto orientata sul CanoScan 9000F, ovvero la versione più nuova del mio caro 8800F che è rimasto in Italia (ma ha viaggiato molto anche lui). Ad eccezione di un isolato episodio di braccia conserte, possiedo quello scanner dal 2010 e non mi ha dato nessun problema. Non l’ho spedito qui in California perché mi sembrava uno stress inutile per lui, tutto considerato. Che dite, si sarà offeso?

Bene, questo è quanto, spero di aggiornarvi presto con qualche altra novità, in attesa di avere il necessario per mandare avanti la baracca. Vi ricordo che potete seguirmi su Facebook e Instagram per amenità varie ed eventuali, oltre a leggere il mio pessimo inglese.

See ya soon!

La ‘Roid Week e un cavo di scatto remoto DIY da testare

28 Mag

Nella settimana dal 19 al 23 maggio si è tenuta l’annuale ‘Roid Week, una maratona istantanea organizzata su Flickr a cui non avevo mai partecipato prima ma avevo sempre seguito con interesse. Quest’anno, finalmente, ho preso la palla al balzo, visto che era un’ottima occasione per testare il mio nuovo cavo di scatto remoto per la SX-70 fatto in casa. E quindi … perché non sperimentare un po’?

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zu Fuß durch Berlin – pt.VI – Auf wiedersehen

15 Mag

Eccomi qui, non avevo idea di quando avrei scritto questo post sull’ultima parte di un piccolo progetto che ho portato avanti in questi due anni in cui ho consumato le mie scarpe per le strade di Berlino e che ho per l’appunto chiamato zu Fuß durch Berlin (a piedi per Berlino). Non posso nascondere un po’ di nostalgia, sapete bene ormai quanto sia stata per me una città incredibilmente importante. Sono tornata in Italia da qualche mese e starò qui ancora per un po’, in attesa di intraprendere un’altra grande avventura di cui vi parlerò a tempo debito. Intanto, sto cercando di abituarmi all’idea di non abitare più su Pappelallee, di non avere più la Fernsehturm come bussola, di non sentire la mancanza del sole e di apprezzarlo in ogni suo istante di luce. Và che poesie che mi vengono fuori quando sono in preda ai sentimentalismi!

Ebbene, di esperienze intense come questa spero ce ne siano altre in futuro ma, quando se ne conclude una, è bene celebrarla, non trovate? Oggi vorrei fare proprio questo, dire Auf wiedersehen alla mia Berlino, con dei vecchi scatti fatti con la Diana e la Holga e pellicole 120 talmente scadenti che mi hanno stampato tutti i numeretti sulle foto. Non sono davvero niente di speciale e le avrei sicuramente scartate se avessi avuto la possibilità di scattarne delle altre. Purtroppo questo è ciò che mi è rimasto e ho deciso egoisticamente di pubblicarle. Se volete, ci sono i commenti per dirmi quanto sono brutte!

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metti una pinoroid a casa, in un pinhole day di pioggia qualsiasi

27 Apr

Com’è stato il vostro pinhole day, cari amici? Come l’anno scorso, ero partita con tanti progetti, una visita a Roma con lo zaino in spalla, ma il mal tempo e i pellegrini hanno decisamente rovinato i miei piani. Le condizioni atmosferiche quest’anno sembrano essere più clementi in Germania piuttosto che in Italia. Io ovviamente sono tornata a casa ma non mi sono persa d’animo e ho rispolverato la mia carissima Pinoroid DIY, la polaroid istantanea ricavata da una Colorpack III, di cui vi avevo parlato su Frankenphotography qualche anno fa. Ancora quattro scatti erano là ad aspettarmi e una rosa tutta spampanata ha solleticato in me un po’ di voglia di fare. E così, mi sono ingegnata per cercare di (è proprio il caso di dirlo) “cavare un ragno dal buco” per questa giornata!

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