Trovo che il fisheye sia uno degli obiettivi più divertenti da usare in fotografia. Di questo se n’è accorta ovviamente anche la Lomography, che produce macchine fotografiche proprio con questo tipo di lente come caratteristica principale. Penso, tuttavia, che sia preferibile avere un obiettivo così particolare da usare solo all’occorrenza, invece di averlo come ottica fissa – come nella Fisheye One o nella più recente Fisheye No.2. Sono dell’idea che a lungo andare ci si stanchi di sfruttare sempre lo stesso effetto e soprattutto non credo sia un caso che la canzone Luna di Togni dica: “e guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’“.
A parte queste baggianate (…), circa tre mesi fa ho racimolato i soldi per comprarmi il fisheye per la mia amata Holga, proprio per provare il brivido dei 180°. Ma cos’è un obiettivo “fisheye” precisamente?
Holga Fisheye



La mini viene spesso definita la “sorellina minore” perché contrariamente dalla Diana F+, monta le pellicole 35mm, più piccole e sicuramente di maggiore reperibilità. La differenza principale tra le pellicole 120 e le 135 (cioè tra quello che in gergo fotografico si chiama “medio formato” e “piccolo formato”) sono le dimensioni del fotogramma impressionato. Nel 120 queste normalmente sono di 6x6cm. Quindi, nel caso della Diana + avremo un’immagine quadrata. E nel caso della mini? Vediamo. 


