Last Camera: prime impressioni e light leaks mancati

25 Set

La storia della Last Camera forse la conoscete, se un po’ seguite le mie stupidaggini sui vari social. Per chi ha giustamente di meglio da fare, ve la riassumo così: avrei dovuto trovarla sotto l’albero, ma la dogana ha pensato bene di fare lo sgambetto al povero Babbo Natale e farmela avere circa 3 mesi dopo (l’acquisto su Holga Direct era stato fatto a fine ottobre per la promozione del Black Friday). Poi ci si è messo il trasferimento e tutti i vari trambusti, senza contare il primo test che ho lasciato a casa (…); insomma, per farla breve, questi che vi mostro oggi sono i risultati del mese scorso.

Ma che cos’è questa Last Camera di cui vado blaterando? Si tratta di una toycamera 35mm DIY, proprio come la Recesky o la Konstruktor. Non è molto che si trova in commercio ed è prodotta dalla SuperHeadz, un’azienda giapponese che produce macchine in plastica piuttosto strambe sia analogiche che digitali, tra cui la Ultra Wide and Slim, la Digital Harinezumi, la Blackbird, Fly, la Golden Half e tante altre.

La Last Camera arriva in una scatola con tutti i vari pezzi disposti in maniera molto ordinata e razionale. Le istruzioni, in giapponese e in inglese, sono abbastanza chiare: la prima parte fa una ricognizione dei vari elementi, la seconda spiega passo per passo come montare la fotocamera. In dotazione c’è un piccolo cacciavite che, ahimè, non ha la punta magnetica e con le vitine più piccole ho decisamente avuto difficoltà a non imprecare anche in giapponese. La plastica di cui è costruita la Last Camera sembra abbastanza robusta ma vi do un piccolo consiglio: quando staccate le varie parti, tenete a portata di mano delle forbici per tagliare via i pezzettini di plastica in eccesso.

Le lenti in dotazione sono due: un grandangolo 22mm e un normale 45mm. Sono la prima cosa che si monta (come in tutte le fotocamere diy) e hanno l’otturatore incorporato. Al contrario della Konstruktor – in cui l’otturatore si trova praticamente già pronto e funzionante nel kit – nella Last Camera bisogna prestare un po’ di attenzione alle molle minuscole, ma non è niente di estremamente complicato.

Costruire da zero una fotocamera per me è sempre uno spasso, ma ammetto che ci sono alcuni momenti in cui la soglia tra “divertimento” e “ansia da prestazione” si fa molto labile. Un sonoro “MACHIMELOFAFA’?” ci scappa sempre. Nel caso specifico della Last Camera, è successo quando ho avuto a che fare con i vari ingranaggi diabolici che costituiscono il sistema d’avanzamento della pellicola e la posa B. Però, che soddisfazione quando il lavoro è finito e la macchina sembra funzionare!

Dopo circa due ore di lavoro, la mia Last Camera appare così, grazie ad un po’ di nastro adesivo sui pannelli frontali (si chiama “washi tape” e no, non ho avuto l’idea del secolo):

Carina, no? Guardate quante altre versioni sono state realizzate!

Ho provato la Last Camera con un rullino Lomography CN 100 ed ho usato la lente 22mm. È un grandangolo molto spinto, sapevo che avrei ottenuto questi risultati:

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C’è da fare attenzione al pulsante dell’otturatore, perché è molto sensibile e se lo si preme con un po’ troppa convinzione, rimane incastrato giù. Probabilmente l’ho montato in maniera errata, oppure è proprio fatto così. Per il resto, è una fotocamera semplicissima da usare.

La nota positiva di questa macchina è il contapose: funziona perfettamente (non come sulla Konstruktor) e la pellicola si blocca ad ogni posa (non come nella Recesky). Tuttavia, l’otturatore si riarma con la rotellina dell’avanzamento, per cui non è possibile fare doppie esposizioni.

Devo ancora provare l’altro obiettivo, il 45mm. Spero proprio che vignetti allo stesso modo del 22mm! Sebbene il mirino sia sempre lo stesso, dentro ci sono delle guide per capire la differenza tra le due lenti. Purtroppo, per come è stata ideata, la Last Camera non può cambiare l’ottica quando è inserito il rullino, perché bisogna smontare tutto l’accrocco dei pannellini davanti e la pellicola non sarebbe protetta. Sul manuale, inoltre, si raccomandano di non lasciare il rullino nella macchina per troppo tempo, potrebbe rovinarsi a causa delle infiltrazioni di luce (light leaks). Secondo me, non si fidano molto delle doti manuali di noi poveri fotografi della domenica!

A proposito di infiltrazioni di luce, la Last Camera mi aveva colpito per la possibilità di avere dei light leaks sulle mie foto. Infatti, ci sono due dorsi in dotazione: uno normale e un altro con un minuscolo forellino che, se lasciato aperto, fa entrare un po’ di luce. Lo vedete qui sotto, cerchiato (malamente):

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Ora, la domanda che sorge spontanea è: dove sono finiti i miei light leaks? Come vedete dalle foto, non ne ho riscontrato nemmeno mezzo, se non sui forellini della pellicola (sprocket holes). Sulle istruzioni c’è scritto: “Use your immagination and creativity to create your own original light leak photo“. Mh.

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Alla prossima!

15 Risposte to “Last Camera: prime impressioni e light leaks mancati”

  1. {Ludica} settembre 25, 2014 a 7:53 PM #

    Ma noooo! Uno si compra il giocattolino per avere i light leaks, ed escono foto che sembrano fatte con una macchina semiseria D:
    Però a me piacciono anche senza infiltrazioni: le prime due sono le mie preferite in assoluto!
    La prossima volta, lascia il rullino a macerare là dentro per qualche settimana: non si sa mai…

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    • holgamydear settembre 25, 2014 a 7:56 PM #

      Ahahah, boh! La prossima volta la lascio al sole per un po’, sperando non si sciolga del tutto … 😀

      ps: ma com’è possibile che non seguivo il tuo blog qui su wordpress.com?!? Questa cosa mi inquieta.

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      • {Ludica} settembre 25, 2014 a 8:00 PM #

        È un complotto di WordPress, me lo sento! XD
        Comunque per il rullino sono certa che se una pellicola random delle mie è riuscita a non sciogliersi del tutto, allora il sole non ucciderà troppo la tua 😛

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  2. Minchi settembre 25, 2014 a 10:01 PM #

    Non ci sono i light leaks che volevi tu però le foto mi sembrano parecchio diginitose

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    • holgamydear settembre 26, 2014 a 1:20 AM #

      Sì, l’effetto toycamera è parecchio evidente: colori accesi e vignettatura sono quasi da manuale! Speravo nei light leaks, cercherò di essere più “creativa” la prossima volta! XD

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  3. krossmann settembre 26, 2014 a 9:05 AM #

    Certo che l’immagine con tutti i pezzi separati mette un’angoscia addosso!…io avrei iniziato a imprecare appena svuotata la scatola.
    Forse me la accatterò anche io una cosa del genere, a scopo didattico, prima o poi dovrò capire qualcosa del sistema di trascinamento altrimenti la mia vita sarà stata inutile.

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  4. robert quiet photographer settembre 27, 2014 a 7:32 PM #

    Mi mancava proprio una macchina da costruire e personalizzare….
    robert
    PS: per i light leaks forse un cutter potrebbe aiutarti…

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  5. ugo settembre 29, 2014 a 11:07 PM #

    ho aperto un post in analogica.it sulla nuova Lomo LC-A 120 e mi hanno sepolto di critiche; ho chiesto il tuo aiuto ma non sei arrivata… Non collabori più con analogica?? Ciao! Ugo

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    • holgamydear settembre 29, 2014 a 11:14 PM #

      Ciao Ugo, non bazzico più in effetti. Mi manderesti il link, per curiosità? Grazie. 🙂

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      • holgamydear settembre 29, 2014 a 11:43 PM #

        Ho trovato il thread a cui ti riferisci, Ugo. 🙂 Che dire?, non ho molta voglia di mettermi a discutere sul forum di Analogica.it. Lo frequentavo inzialmente, ma poi si scade sempre in questi discorsi contro la Lomografia e ne sono un po’ stufa. Mi spiace, perché li trovo sterili e rovinano bei posti in cui si può imparare molto, come è appunto Analogica.it. Sono anche molto (“na cifra” per dirla alla romana) dell’idea che alcune persone che frequentano quei forum potrebbero prendersi meno sul serio e vivere più felici. 🙂

        Pace!

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