Vienna, ricordi di un’estate. (post lungo e sentimentale sulle pellicole trattate)

12 Apr

Un altro post per i miei “viaggi in Lo-Fi“, anche se parlare di Vienna e dei sei mesi passati là, è davvero difficile. Non è stata, per me, una decisione presa a cuor leggero e riesco a realizzare solo un poco alla volta. Non sono notoriamente una donna impavida e Vienna è stata, in assoluto, la scelta più coraggiosa che io abbia mai fatto. Ci sono stati momenti duri, di grande nostalgia. Al di là del lavoro, ciò che porterò per sempre dentro sono le persone: Lisa, Carolina, Claudia, Mariana e Denise sono state la mia famiglia, per quei mesi. Sono cambiata profondamente e certamente arricchita da questa esperienza, ma avevo bisogno di un po’ di tempo per poterne scrivere con il sufficiente distacco. Anche se, rileggendo queste poche righe, già vedo la deriva sentimentalista che prende piede.

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Claudia, Lisa e io.

Come dicevo, è stato un periodo strano della mia vita e in genere – in questi momenti – non riesco a far foto. La fotografia, per me, rappresenta certamente una valvola di sfogo, ma non riesco a incanalare tutte le mie negatività. Se così fosse, penso che farei foto diverse dalle mie solite cartoline urbane. Ma non è di questo che voglio discutere. Quello che sto cercando di dire, se ci riesco, è che di Vienna mi rimangono ben poche immagini, la maggior parte del primissimo mese – quello della novità, del “tutto è bello”, della svolta.

Ecco, meglio interrompere il pippone e mostrarvi questi sprazzi di una Vienna in lo-fi un po’ strana, scattata su un rullino molto particolare, unico nel suo genere. Si tratta, infatti, di un graditissimo regalo da parte di Federica detta Fea, che ha lavato per me una pellicola in lavastoviglie. In gergo, si chiamano “dishwashed film” e non sono nient’altro che delle normalissime negative a colori messe in lavastoviglie e poi fatte asciugare. Il risultato? Colori alterati e sbiaditi per un effetto totalmente imprevedibile.

Se volete saperne di più su questa tecnica, vi consiglio di leggere questo post di Pretty in Mad e di ammirare anche i lavori di Kristian Jalonen. Io non l’avevo mai provata prima perché a casa non ho la lavastoviglie, ma mi aveva da sempre affascinato. Un altro metodo per avere effetti simili sono le cosiddette “Film Soup“. In pratica, le pellicole vengono immerse e fatte marinare con diversi prodotti, che vanno dal sapone all’alcool, passando per il sale e il limone. Io ci ho provato una volta sola ed è andata male, ho sbagliato le dosi (meh).

Purtroppo, lo sviluppo di questa tecnica è problematico: ci sono alcuni laboratori che hanno il terrore che le pellicole trattate possano rovinare i loro chimici. A me successe al LomoLab di Vienna, per l’appunto. Mi riconsegnarono il rullo non sviluppato con una bella tirata d’orecchie, dicendomi che non si azzardavano a svilupparlo. Ci rimasi malissimo! Ho dovuto poi spedirlo a Fea per avere le mie foto, che ora vi mostro.

Eccole qui:

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A vedere queste immagini a distanza di mesi, l’effetto rovinato mi rende ancora di più l’idea di ricordo. Mi piacciono le colature del sapone e i colori falsati che virano sul rosa, azzurrino-violetto e arancione. Negli scatti di street trovo che si sposi proprio bene. Inoltre, l’idea che ogni pellicola trattata sia diversa a seconda di alcune variabili come le dosi, la temperatura, lo sviluppo mi affascina assai.

La macchina usata per questi scatti a Vienna, tra il Museum Quartier, Schönbrunn, Prater, Belvedere, Naschmarkt è la LC-Wide.

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Per altri scatti su Vienna, vi rimando al post sulla Konstruktor e a quello sulla Spinner 360°.


Volevo spendere due parole su Vienna (SPOILER: riprende il pippone). Sono stata davvero fortunata, ho passato sei mesi completamente immersa nell’arte, grazie a tutti i musei sparsi nella città. Sono finita per caso (vi giuro, non l’ho fatto apposta!) ad abitare in Zieglergasse, una traversa di Westbahnstrasse che ho ribattezzato, subito dopo, la “via della Fotografia“. Là avevo a portata di mano: la Westlich Galerie, il negozio della Leica, la Impossible Project a pochi metri, il negozio Revolog e Superheadz, altri due negozi di prodotti fotografici, un’altra galleria che faceva anche stampe. Non solo, appena arrivata in città, c’era il mercatino dell’usato organizzato ogni anno dal negozio Leica, dove si trovava davvero di tutto (ma io non ho comprato nulla per quanto ero frastornata! Mannaggia a me!) e ogni sabato il mercatino a Naschmarkt mi ha fatto rivivere un po’ l’atmosfera berlinese del Mauer Park. E poi, lavorare alla Lomography – azienda che, al di là di tutto, rappresenta per me l’inizio di una passione verso la fotografia  analogica. Una cosa pazzesca, un sogno che si è avverato e su cui avevo investito con determinazione le mie energie, specialmente durante il 2013, quando puntavo a trovare la mia strada proprio grazie a questo blog. Ho imparato molto, a livello professionale ma soprattutto su me stessa. E Vienna sarà, per me, sempre questo: chi ero e quello che sono diventata, dopo. Ero una ragazza che ha avuto la possibilità (e la fortuna) di trasferirsi a Berlino e che puntava a trovare il lavoro dei suoi sogni, grazie alla sua passione; l’occasione si è imprevedibilmente presentata a Vienna e mi sono trasferita di nuovo. Tante difficoltà e tante belle esperienze.
E ora? Adesso – che starò per un po’ in Italia – mi sono resa conto che voglio godermi questo spazio senza stress. Olè, alla prossima.

16 Risposte to “Vienna, ricordi di un’estate. (post lungo e sentimentale sulle pellicole trattate)”

  1. robert quiet photographer aprile 12, 2014 a 10:24 AM #

    Che fortuna! Almeno ho già la lavastoviglie e non devo spendere soldi per comprarla! Ma le pellicole le matti già sviluppate, vero? Per i miei gusti, quindi molto personali sono molto belle le due foto dopo quella (inquietante ma da appendere in casa!) del messaggio a Gina.
    robert
    PS: questi tuoi colori irreali mi hanno fatto germogliare un’idea…devo pensarci un poco e provare, anzi provare prima di pensarci…ciao

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    • holgamydear aprile 12, 2014 a 10:26 AM #

      Le pellicole sono prima messe in lavastoviglie, poi fatte asciugare e poi esposte. C’è chi espone e poi mette in lavastoviglie, non cambia nulla, credo. Adoro la foto di Gina! 😀 Grazie Robert, non vedo l’ora di vedere cosa ti frulla in testa.

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  2. Lomocratica & Co.. aprile 12, 2014 a 12:21 PM #

    Permettimi una battuta,ma quale detersivo deve essere impiegato?:-D.
    Molto belle comunque…complimenti!

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    • holgamydear aprile 12, 2014 a 12:23 PM #

      😀 purtroppo lo ignoro, ma credo che uno vale l’altro. Chiedo a Federica qual era questo qui e ti faccio sapere.

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      • holgamydear aprile 13, 2014 a 12:29 PM #

        Fea ha lavato questo rullo con Fairy. Mi dice che vanno bene tutti, ma ha notato che i detersivi liquidi o in perle danno un effetto migliore rispetto alle pastiglie. 😉

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  3. lomoparty aprile 12, 2014 a 1:15 PM #

    Bellissime! Io vorrei tanto provarci ma non ho una lavastoviglie….per il momento sto facendo asciugare una pellicola che avevo sbattuto per sbaglio in lavatrice! Comunque, un po’ tutti i laboratori fanno storie per le pellicole trattate, io ho risolto tacendo e sgranando gli occhi (nonchè negare ogni evidenza) nel caso remoto in cui il mio rullino “maltrattato” possa distruggere o rovinare qualcosa.

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    • holgamydear aprile 12, 2014 a 2:41 PM #

      ahahah, no, io non ce la faccio a mentire, sono un libro aperto. Poi non so se rovinano i chimici o meno, perchè alcuni lab proprio non si fanno problemi, mentre altri ci tengono di più e non fanno nemmeno il cross-process. Forse dipende sempre con cosa è stata trattata la pellicola e se si è asciugata per bene, ma non saprei dirlo con certezza. Penso che comincerò a fare esperimenti con le pellicole trattate solo quando riprenderò a sviluppare in C41, così evito ogni problema e la responsabilità è solo mia. 😛

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  4. Fea aprile 14, 2014 a 5:58 PM #

    Meraviglia! Sono contenta che siano venute così bene! Funziona anche con la lavatrice, ma secondo me si nota meno l’effetto (credo per il calore). L’importante è farli asciugare bene dopo il lavaggio. Io i primi, per la ‘pressa’ di usarli li asciugavo col phon 😉

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    • holgamydear aprile 14, 2014 a 7:43 PM #

      Fantastico, Federica, è stato un regalo meraviglioso e sono contentissima di averlo usato in quel periodo, rendono assolutamente tutto. *___* Grazie ancora.

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  5. prettyinmad aprile 16, 2014 a 6:37 PM #

    STUPENDISSIME e bel post! questo periodo sento di averlo un po’ vissuto insieme a te 😀

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  6. pollo aprile 17, 2014 a 2:02 PM #

    l’articolo s’interrompe di colpo dopo la scritta “verso la fotografia a” ??
    🙂

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    • holgamydear aprile 17, 2014 a 2:34 PM #

      😦 dev’essersi modificato quando ho corretto un link l’altro giorno dal cellulare. Mai più.
      Grazie delle segnalazione.

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  7. lady vany Maggio 5, 2014 a 9:18 AM #

    A me al laboratorio hanno chiesto di specificare se la pellicola è rovinata perché la tengono per i bagni finali e non compromettono nulla. In genere credo che i bagni finali non siano mai il massimo,visto che i prodotti per lo sviluppo sono già stati utilizzati,ma è sempre meglio di niente!

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    • holgamydear Maggio 5, 2014 a 11:46 AM #

      Infatti, questa è una buona idea. 🙂 La prossima volta specificherò meglio.

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