Tecnica creativa: l’image transfer con le Polaroid

6 Lug

L’altra domenica ho montato un pacco di Polaroid 125i silk scadute nel 2001 nella mia adorata Land Camera 320, con lo scopo di provare questa meravigliosa tecnica chiamata “image transfer“. Mi ha sempre affascinato, e si può dire che la mia mania per le Polaroid sia cominciata proprio con la curiosità di provare tutte le tecniche creative che la fotografia istantanea permette.

Quello che sto per fare è una sorta di mix micidiale di tantissimi tutorial letti in rete sull’argomento. Effettivamente l’image transfer non è una tecnica semplicissima, purtroppo si rischia di non riuscirci al primo colpo. Ma non fasciamoci la testa prima di aver provato.

Tutto quello che ci occorre è:

  • Pellicola Polaroid 125i o Polaroid 669
  • Ovatta
  • Alcool
  • Carta ruvida per acquerelli
  • Rullo per Adigraf o qualsiasi cosa che possa fare un po’ di pressione
  • Nervi saldi e sangue freddo

Ora, la cosa importante è fare una foto che sia in qualche modo luminosa e dai contorni definiti. Io ho scelto di fotografare un fusto di una pianta grassa che ho trovato al mare e che mi aveva incuriosito. Ho scattato normalmente ma non ho tirato via la foto, come si farebbe di solito. Perchè? La tecnica dell’image transfer prevede che la foto non ancora sviluppata si trasferisca dal negativo alla carta. Vediamo il procedimento.

Prepariamo preventivamente la carta bagnandola con un po’ di alcool. Non so dire a cosa serva questo procedimento, sinceramente. Ho notato però che il trasferimento funziona meglio.

A questo punto, siamo pronti per tirare via la foto dalla macchina.

Aspettiamo circa 10-15 secondi e poi separiamo il positivo dal negativo. Il positivo, sarà infatti molto chiaro se non addirittura bianco. Mettiamo quindi il negativo capovolto sul nostro foglio di carta precedentemente inumidito con l’alcool e cominciamo a pressare la foto con il rullo.

Pressiamo con decisione, cercando di evitare che si formino bolle d’aria. Continuiamo così per almeno 5 minuti o fino a quando non siamo sicuri che il trasferimento sia avvenuto. Se volete, potete mettere dei pesi sulla foto, come dei libri ad esempio, e lasciarli per qualche minuto.

Dopo di che, incrociamo le dita delle mani e dei piedi e, recitando “occhio malocchio prezzemolo e finocchio“, togliamo delicatamente il negativo dal foglio. A questo punto, se il trasferimento è riuscito, dovreste essere le persone fotograficamente più soddisfatte e appagate della Terra. Altrimenti, riprovate!

Questa tecnica è possibile anche con i Fuji FP100C, ma la differenza fondamentale è che il procedimento deve essere fatto al buio. Inoltre, i tempi di sviluppo credo siano diversi. Ci ho provato diverse volte e non ho mai raggiunto uno straccio di risultato decente.

Esiti migliori si dovrebbero ottenere con le pellicole polaroid 669, particolarmente indicate per questo tipo di procedimento e per l’emulsion lift – un’altra tecnica molto creativa di cui vi voglio parlare. Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di provarle, così mi sono accontentata di queste 125i. I risultati effettivamente non sono meravigliosi, però qualcosa comincia a vedersi:

Risultato del tutorial: si tratta di un fusto di una pianta che la scansione non fa vedere bene. Inoltre la foto sembra sporca di un'emulsione verdognola che copre il celeste del cielo, chissà se dipende dal fatto che le pellicole sono scadute 10 anni fa! Sicuramente avrei dovuto pressare un po' di più.

silhouette di un albero: il cielo è giallo (?!) ma il trasferimento sembra riuscito bene.

In ultimo, vi segnalo due ottimi tutorial che mi hanno dato l’ispirazione:

Buon trasferimento!

10 Risposte to “Tecnica creativa: l’image transfer con le Polaroid”

  1. Lu luglio 6, 2011 a 12:38 PM #

    io ci ho rinunciato =( mi fa troppo arrabbiare… preferisco l’emulsion a sto punto

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    • holgamydear luglio 6, 2011 a 1:01 PM #

      ahahah, e lo so, Luca, è difficile ma alla fine qualcosina viene. Su Polaroiders mi hanno consigliato di comprare la carta fabriano 300gsm silk oppure la carta cotone da 300 g/m2 tipo “Portofino” della cartiera Magnani. Ci proverò! 🙂

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      • valentina luglio 6, 2011 a 3:16 PM #

        Complimenti, interessantissimo come tutti gli altri articoli!!! La mia domanda però è: dove trovi le pellicole? Io ho appena rimediato (rubato a mio suocero) un Polaroid Colorpack II e sembra servano le 669, ma non so dove trovarle….

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        • holgamydear luglio 6, 2011 a 3:22 PM #

          Ciao Valentina, ti ringrazio!
          Allora sulla tua colorpack II ci vanno tutte le pellicole type 100, per cui puoi intanto provarla con un pacco di Fuji FP100C che si trovano facilmente, per esempio: http://www.westernphoto.it/prodotti/FUJI_FP100C_GLOSSY_10_SCATTI

          Le 669 o le 125i che ho usato io per questa tecnica puoi cercarle su ebay e provare qualche asta. Calcola comunque che sono rare e che potrebbero costare almeno 20 euro a pacco, se non di più.

          Spero di esserti stata utile!

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  2. fabrizio luglio 6, 2011 a 4:24 PM #

    Sempre brava e didattica. Anche io preferisco l’emulsion lift.
    Tra l’altro mi è finalmente arrivata la ” WIDE ” come avevi previsto.

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  3. semprevento novembre 7, 2012 a 8:08 PM #

    WOW…mi iscrivo!!!!!!!!!!!
    vento

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  4. fedorpuchingert9 luglio 27, 2015 a 8:48 AM #

    L’altra domenica ho montato un pacco di Polaroid 125i silk scadute nel 2001 … vistantaneapolaroid.wordpress.com

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Trackbacks/Pingbacks

  1. La mia prima polaroid: Land Camera Automatic 320 « Holga My Dear - gennaio 16, 2012

    […] e pasticciare con quelle tecniche che ho linkato sopra, ovvero l’emulsion lift e l’image transfer. Inoltre, cosa da non sottovalutare, la Fuji produce ancora queste pellicole (Fuji FP100c, Fuji […]

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