Oggi voglio inaugurare una nuova categoria di questo blog che si chiamerà “confronti”. Ho notato che spesso nei motori di ricerca viene digitato: “diana o diana mini”; “diana o holga”; “holga 120 o holga 135” e così via. Per cui ho deciso di mettere a confronto alcune macchine piuttosto popolari, facendo emergere le differenze più importanti e sperando di essere utile a chiunque sia indeciso.
La prima puntata di questa nuova serie si intitola: Diana+ o Diana mini?
Nonostante la Diana mini sia considerata la sorella minore della Diana, ci sono alcuni aspetti di cui tener conto.
- La prima differenza è il formato: la Diana+ monta pellicole 120 mentre la Mini le pellicole 135. Dal punto di vista della reperibilità, il 135 è più semplice da trovare, costa di meno e si ha la possibilità di scattare più foto, anzichè solo le 12 o 16 pose del medio formato (120). Inoltre, il 135 è più economico e semplice anche per lo sviluppo, mentre alcuni laboratori non sanno neanche che cosa sia un rullo 120 (ahimè, mi è capitato);
- Veniamo alla lente: a livello qualitativo sono identiche e di plastica. Dal punto di vista della focale, abbiamo nella Diana un 75mm, che si può considerare un obiettivo normale (cioè che rispecchia la visuale dell’occhio); nella Mini, invece, abbiamo un grandangolo di 24mm;
- La messa a fuoco è leggermente diversa nelle due macchine: la Diana va da 1-2m a 4m-infinito; la Mini, invece, può avvicinarsi fino a 60mm dal soggetto;
- Per quanto riguarda il diaframma? Nella Mini si hanno solo due possibilità: f/16 (soleggiato) e f/8 (nuvoloso); la Diana, invece, aggiunge a queste anche f/11 (parzialmente nuvoloso) e la possibilità di trasformarsi in una macchina stenopeica (apertura pinhole di f/150) semplicemente togliendo l’obiettivo, cosa che trovo davvero molto divertente. Inoltre, le diverse possibilità di aperture della Diana permettono di giocare con la profondità di campo in base alla scelta del diaframma e del tempo di esposizione;
- La velocità dell’otturatore è la stessa per entrambe: posa N (1/60) e posa B (esposizioni lunghe);
- La Mini può cambiare dimensione del fotogramma: o rettangolare 24x17mm o quadrato 24x24mm. La Diana, invece, può cambiare le mascherine al suo interno e fare fotografie di 5,2×5,2 cm oppure di 4,2×4,2 o i cosiddetti “endless panorama” di 4,6×4,6cm. La differenza dov’è? Sicuramente nel fatto che con la Mini si può cambiare dimensione del fotogramma tutte le volte che si vuole, grazie al selettore posto vicino al mirino; con la Diana invece si deve decidere a priori quale formato si vuole utilizzare, perchè ovviamente non si può cambiare una volta che la pellicola è stata montata;
- La Diana ha decisamente moltissimi accessori, tra lenti, flash e dorsi istantanei e per adattare il 135 per foto con gli sprocket holes o fori di trascinamento; la Mini invece non possiede nessun accessorio, ad eccezione del flash;
Queste sono, a mio avviso, le differenze fondamentali tra le due macchine. C’è da dire che sia la Diana che la Mini sono toycamera molto divertenti con cui avvicinarsi al mondo della lomografia. Entrambe danno spazio alla creatività e alla sperimentazione di diverse tecniche lomografiche, quali:
- multiple esposizioni, ovvero più scatti sulla stessa foto;
- overlapping, con cui si possono ottenere foto lunghissime semplicemente sovrapponendo i vari fotogrammi;
- cross process, una tecnica di sviluppo che rende i colori accesissimi e saturi;
- light painting, con cui fare divertenti disegni con la luce.
Insomma, c’è da divertirsi, qualsiasi sia la vostra scelta! Io, personalmente, non possiedo la Diana+ perché come toycamera medio formato preferisco la Holga, ma è una questione di feeling, suppongo. Tuttavia, posso dire che la Diana mini è stata la mia prima macchina lomografica e mi ha aperto un mondo che non conoscevo affatto: la lomografia e la fotografia.
Inoltre, come ultima considerazione, le dimensioni delle due macchine possono aiutare nella scelta. Se pensate di portare la vostra fotocamera ovunque, vi consiglio la Mini: ultra-compatta e leggerissima, entra in qualsiasi borsa o borsetta. Se invece preferite una macchina più consistente, la Diana+ è la vostra giusta compagna di viaggio e di avventure lomografiche.
… Ancora indecisi? Provate con una monetina!
ti ho fatto voglia di postare ieri xD
comunque bello bello! =) e diana mini è true love!
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🙂 beh, era da un po’ che avevo questo articolo in canna!
Grazie Luca!
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ciao sono un neofita… complimenti per il bog innanzitutto! la pellicola 135 di cui parli è una comune 35 mm… giusto?!
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Ciao Lorenzo!
Sì, 135 e 35mm sono la stessa pellicola, ovvero il “piccolo formato”. 🙂
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Grazie mille! Ti faccio sapere quando svilupperò allora 😉
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🙂 benissimo!
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Io mi ero comprato una Diana F+ ma mi sono scoraggiato presto per le dimensioni, se poi si aggiungete il flash è quasi più grossa di un’attuale reflex, forse sto esagerando un pò 🙂 , comunque e veramente grossa, e alla fine l’ho venduta perchè era scomoda da portare in giro…almeno per me.
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🙂 beh, in effetti la Diana non è proprio piccolina! Io oramai ci ho fatto l’abitudine e porto con me macchine ben più ingombranti! 😀
Però, per questo la Mini è fantastica: pesa pochissimo ed entra in qualsiasi borsa e la porti ovunque.
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Ciao il blog è davvero un “bomba”, e dopo averlo letto tutto ho deciso di acquistare una lomocamera!
Il dubbio è fra la Diana F+, la Diana mini e la Holga 135.
Quello che vorrei è evidenziare molto l’effetto vignetta, avere foto abbastnza “cupe” e ovviamente i colori saturi.
A pelle le Diana mi piacciono molto di più ma mi sembra di aver capito che le Holga
“vignettino” maggiormente.
La Diana F+ mi preoccupa un pò per il 120 e temo che usandola con il dorso 135 si riduca l’effetto vignettatura, mi sbaglio?!
Altro dubbio riguarda le pellicole da usare. Proverò sicuramente diapositive in c41 ma vorrei avere qualche consiglio su quali usare per avvicinarmi più possibile a quello che voglio ottenere.
Grazie in anticipo!
Francesco
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Ciao Francesco! Grazie, mi fa davvero molto piacere che ti piaccia questo blog! 🙂
Allora, vediamo un po’ se posso aiutarti. Se ti piace la vignettatura, colori saturi e hai timore che la pellicola 120 sia un po’ più difficile, ti consiglio la Holga 135 BC. Io non ce l’ho e non l’ho mai provata, ma in giro per la rete vedo foto fatte con questa toycam che corrispondono alle caratteristiche che cerchi tu. La Mini anche è ottima per cominciare, ma vignetta di meno rispetto alla Holga 135 BC (tra l’altro si chiama BC, cioè Black Corner, perchè ha una mascherina interna o qualcosa di simile che aiuta di molto la vignettatura). Quindi, direi che la scelta possa esser questa!
La Diana F+ col dorso 35mm solitamente non vignetta come normalmente fa con la pellicola 120, infatti.
Per quanto riguarda i colori saturi, sappi che il miglior modo di ottenerli è il cross-process. Ti lascio questo articolo favoloso, in cui puoi vedere che effetto si ottiene a seconda della pellicola diapositiva che usi:
http://www.lomography.it/magazine/news/2011/11/02/i-colori-del-cross-processing-esempi-di-diverse-diapositive-by-mephisto19
Io ti consiglio la Kodak Elitechrome 100, finora è quella che mi è piaciuta di più. Altrimenti, anche le x-pro slide della Lomography o se le trovi, su ebay, le Agfa CT Precisa.
Spero di averti aiutato, buon acquisto e buon divertimento!
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Precisissima e gentilissima!
…ma quindi dovendo fare una “classifica” fra le tre macchine circa la “vignettatura” più marcata, come le posizioneresti?
Tipo:
1.Holga 135 BC;
2.Diana F+ (con 120 nativo, senza dorso 135) ;
3.Diana Mini;
4.Diana F+ (con dorso 135).
Sò che può non avere tanto senso questa cosa ma è un po’ per capire!
Grazie ancora! 😀
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Sì, la tua classifica può andare! 🙂 Secondo me, con la Holga 135 BC ti ci troverai bene, spendendo poco (se la prendi su ebay). Almeno hai tutto il tempo di imparare e vedere se ti piace questo mondo. Poi passerai a qualcos’altro come la Diana! 🙂
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Grazie per questo post, io sono attualmente indecisa tra le due, quello che mi ha sorpreso è il prezzo, quasi uguale e anzi la Mini costa nove euro in più, e mi chiedo perché!?
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🙂 ti giuro che me lo sono chiesta anche io …
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Ciao e complimenti per il blog: fresco, completo e diretto! 🙂
volevo chiederti se montando film 135 su una macchina da 120 si può incappare in “decapitazioni” indesiderate dei soggetti (immagino che il mirino sia progettato per il 120…).
Grazie 🙂
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Ciao Paolo, grazie!! 🙂 Sì, il pericolo c’è, specie se ti avvicini tanto al soggetto. Il consiglio è quello di cercare di centrare il più possibile. C’è chi si fa delle guide, tipo:
http://www.lomography.it/magazine/tipster/2012/03/28/trucchi-per-il-formato-quadrato-il-parallasse-della-diana-o-tagliatele-la-testa
ma alla fine ci si fa l’abitudine! 😉
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grazie mille!!! 🙂 forse è un po’ presto per porsi questi problemi, una 135 per iniziare andrà benissimo!
Domani in negozio sceglierò tra Diana Mini F o Holga 135BC. Pellicola 400ISO va bene? Consigli dell’ultimo secondo (anche se qui sul blog ce ne sono già milioni!)?
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Consiglio spassionato: divertiti! 🙂 E non avere grosse aspettative, è solo il primo rullo!
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ah, non dimenticarti il tappo da davanti l’obiettivo! 😛
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ho letto le “10 Regole” e ho deciso di seguire solo l’ultima 🙂
grazie ancora!
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Benissimo, la cosa migliore! 🙂
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Ritirata la Diana Mini F+ da FNAC (risparmiando un po’ rispetto allo shop online) insieme a un po’ di Fuji Color 200, Lomo 100 e Lomo 800.
Ho caricato la Fuji (qui a Torino il tempo è un po’ ballerino questi giorni) e domani farò la mia prima lomo-uscita. Immagino che salvare 5 scatti su tutto il rullo sarebbe già un traguardo notevole 🙂
Come ti comporti con il mirino sbalzato? Ho letto il tuo articolo sulla parallasse e mi è venuto il dubbio…
Puntare col mirino un po’ più alto, a seconda della vicinanza del soggetto, è giusto?
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Ciao kpaolo, esattamente. Ma di poco, eh! Poi ci prenderai l’occhio … buon divertimento! 😉
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Ciao! Posso chiederti anche che differenze ci sono tra la diana F+ e la Diana+? Grazie 🙂
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Ciao Jess! La differenza è una sola: la Diana+ non ha l’attacco per il flash! 😉 Per il resto, sono uguali.
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