Tag Archives: DIY

Last Camera: prime impressioni e light leaks mancati

25 Set

La storia della Last Camera forse la conoscete, se un po’ seguite le mie stupidaggini sui vari social. Per chi ha giustamente di meglio da fare, ve la riassumo così: avrei dovuto trovarla sotto l’albero, ma la dogana ha pensato bene di fare lo sgambetto al povero Babbo Natale e farmela avere circa 3 mesi dopo (l’acquisto su Holga Direct era stato fatto a fine ottobre per la promozione del Black Friday). Poi ci si è messo il trasferimento e tutti i vari trambusti, senza contare il primo test che ho lasciato a casa (…); insomma, per farla breve, questi che vi mostro oggi sono i risultati del mese scorso.

Ma che cos’è questa Last Camera di cui vado blaterando? Si tratta di una toycamera 35mm DIY, proprio come la Recesky o la Konstruktor. Non è molto che si trova in commercio ed è prodotta dalla SuperHeadz, un’azienda giapponese che produce macchine in plastica piuttosto strambe sia analogiche che digitali, tra cui la Ultra Wide and Slim, la Digital Harinezumi, la Blackbird, Fly, la Golden Half e tante altre.

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La ‘Roid Week e un cavo di scatto remoto DIY da testare

28 Mag

Nella settimana dal 19 al 23 maggio si è tenuta l’annuale ‘Roid Week, una maratona istantanea organizzata su Flickr a cui non avevo mai partecipato prima ma avevo sempre seguito con interesse. Quest’anno, finalmente, ho preso la palla al balzo, visto che era un’ottima occasione per testare il mio nuovo cavo di scatto remoto per la SX-70 fatto in casa. E quindi … perché non sperimentare un po’?

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nuova Lomography Konstruktor, la reflex fai da te

25 Giu

Una settimana fa circa, la Lomography ha lanciato la nuova Konstruktor, la reflex DIY (do it yourself – fai da te) da costruire con le proprie manine e poi, ovviamente, da usare con pellicole 35mm. Questa novità mi è piaciuta sin da subito, trovo che vedere come è fatto oggetto, come si costruisce e come funziona sia sempre istruttivo ma soprattutto divertente!

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Non è proprio un caso, infatti, che io abbia amato e ami ancora alla follia la Recesky, la toy-biottica cinese da pochi euro che mi ha fatto penare non poco. Ho anche messo gli occhi sulla Recesky 3D Pinhole Stereo e, qualche tempo fa, anche sulla Last Camera, una point-and-shoot prodotta da Super Headz, con due lenti in dotazione e dorso per light-leaks, che sarei curiosissima di provare se non fosse così dannatamente costosa (qui a Berlino l’ho trovata a 83 euro. Non sto scherzando). La Konstruktor, al contrario, si presenta come più o meno economica (35 euro) e dal look curato, con pozzetto e lente che pare possa esser intercambiata con altre focali in futuro. Certo, la Recesky è decisamente più a buon prezzo (9-15 euro), ma bisogna considerare anche tutte le difficoltà nel reperirla (io ne so qualcosa!). Continua a leggere

Et voilà, le sténopé: la Sténoflex mini labo

29 Apr

Ieri, 28 aprile, è stato il World Wide Pinhole Day 2013, come ormai saprete tutti – anche perché vi ho rotto le scatole a sufficienza, penso. Quest’anno, a differenza degli altri anni, mi sono decisa a partecipare vincendo la pigrizia e sfidando la solita sfiga della nuvoletta dell’impiegato. La mattina, effettivamente, era partita proprio male: nuvoloni grigi grigi minacciavano la mia domenica pinholeccia. Ma la curiosità di provare il mio ultimo acquisto mi ha spinto a fregarmene.

Di cosa sto parlando? Et voilà, Medames et Messieurs, facciamo tutti un bell’applauso à le sténopé de la Sténoflex! Sì, il mio francese fa schifo. Non vado oltre il “je suis Catherine Deneuve“, abbiate pazienza.

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Dippold pinhole camera & Pinhole Day 2013

24 Apr

Oggi, a mio parere, è accaduta una cosa piuttosto triste. Chi è appassionato di fotografia analogica come me, sa benissimo chi è Francesco Capponi, in arte Dippold. Per chi invece non lo conoscesse, si tratta del “mago del pinhole“. Non lo dico solo io, lo dice anche Il Post e in questa intervista su Frankenphotography e in questa su Memezone si possono vedere alcuni dei suoi interessanti progetti. Tra questi, c’è la famosa Dippold Pinhole Camera. Dato che il Pinhole Day, la Giornata mondiale della fotografia a foro stenopeico, si celebrerà tra qualche giorno (28 aprile) alcune persone, forse poco fantasiose o un po’ troppo ingenue, hanno pensato bene di prendere in toto il progetto di Capponi e appropriarsene, senza citare la fonte. La vicenda pare essersi conclusa, ci sono state le scuse, ma con questo post non voglio certo continuare a discuterne.

Voglio invece parlarvi della mia Dippold Pinhole Camera. Qui potete trovare il progetto da scaricare, stampare e assemblare, che Dippold ha messo a disposizione. C’è anche il tutorial, dove seguire tutti gli step. Una volta fatte le vostre pinholate, potete condividerle in questo gruppo.

La Dippold Pinhole Camera è stata la mia prima pinhole in assoluto. Prima, non avevo idea di cosa fosse la fotografia stenopeica, non credevo che si potessero creare immagini in questo modo così elementare, senza l’ausilio di una lente. La mia Dippold Camera non l’ho realizzata io, ma è stato il regalo di compleanno più bello che mi si potesse fare, da parte di una persona a cui voglio davvero bene. Mi brillavano gli occhi quando l’ho ricevuta. Purtroppo, dopo diversi utilizzi, si è un po’ usurata e dovrei farne una nuova. Non so perché non ve ne avevo mai parlato prima, ma oggi mi sembrava proprio l’occasione giusta!

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LC-Wide a 1600 ISO

12 Mar

Per fortuna lo scanner è arrivato, per cui torno a scrivere i bei (?) post di una volta … o preferite quando mi atteggio a Fashion Blogger? Io preferisco i panni della lomografara trapiantata in terra tedesca. A proposito di panni, che ne dite del nuovo tema del blog? Come mi cade sui fianchi? Secondo me, bene. Però è ancora provvisorio, quindi non v’abituate troppo.

Bene, cominciamo.

Da quando ho la LC-Wide, mi sono sempre chiesta con molta curiosità cosa avrei ottenuto utilizzandola a 1600 ISO, specie dopo aver letto questo post di Pretty in Mad. Mi sono decisa a farlo questo inverno che, per inciso, è stato il più buio degli ultimi 50 anni qui a Berlino. Mi sono detta: beh, questa mancanza di luce è perfetta per provare la LC-W ad un’alta sensibilità! Però il sole mi è mancato e continua a mancarmi assai, ma questa è un’altra storia.

Così, ho preso una Fuji Neopan 400 e ho impostato l’esposimetro a 1600. In pratica, ho eseguito quello che in gergo fotografico si chiama tiraggio o “push“. Grazie a questo procedimento, si ha la possibilità di trattare una pellicola di una certa sensibilità ad una più alta. Ovviamente, poi, in fase di sviluppo, bisogna ricordarsi a quale ISO si è eseguito il tiraggio, altrimenti si avranno foto sottoesposte, a seconda della latitudine di posa (cioè la capacità di una pellicola di tollerare gli errori di esposizione).

Al di là di queste noiose informazioni tecniche, ho optato per il tiraggio perché non avevo una pellicola 1600 ISO, ovviamente. Sapevo che avrebbe aumentato la grana della pellicola, ma la curiosità e la voglia di scattare anche senza il sole è stata più forte di me. Questo è quello che è venuto fuori:

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Come creare tracolle molto fashion e fai-da-té

7 Mar

Non so per quale motivo, ma avere una tracolla non è così scontato per tutte le macchine fotografiche. Io, per lo meno, non la trovo mai quando le compro, usate o meno. Solo due gancetti messi là, che reclamano giustizia. Questo mi ha sempre causato delle perplessità, specialmente quando, nei miei viaggi, mi porto dietro diverse compagne di avventura. Spesso le tasche non sono sufficienti e mi tocca sempre riporle in borsa.

Ebbene, IO DICO NO a questo scempio di scomodità e DICO SÌ al fai-da-té.

Avevo questa idea da molto tempo, ma ho sempre rimandato, data la mia incapacità nel campo del cucito. Finalmente, non troppo tempo fa mi sono convinta e mi sono armata di santa pazienza e impegno.

A questo punto, che abbia inizio la sfilata.

Per la mia Belair, ho comprato un nastro elasticizzato. Dato che è una macchina piuttosto leggera ma decisamente ingombrante, la tracolla è il modo migliore per portarla sempre con sé, specialmente se si viaggia in pieno inverno e le mani devono stare in tasca per non congelare. Et voilà, ecco il risultato, che vi avevo già mostrato su Fb:

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Supersampler supermod: come rompere una multilens e vivere felici

14 Gen

Da quando sono capitata su questo tutorial, mi è subito venuta voglia di provare questa tanto innocua quanto irreversibile modifica alla multilens Supersampler. In pratica, si tratta di eliminare completamente le mascherine che la macchina ha al suo interno. L’effetto che si otterrà, quindi, non sarà più questo:

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DIY Last Camera: light leaks a piacimento

13 Dic

Sono un po’ in ritardo con le novità, accidenti! Volevo parlarvi al volo di questa nuova macchina della Superhadz, la “Lomography” giapponese, uscita lo scorso ottobre. Si chiama “Last camera” ed è una DIY 35mm proprio come la Recesky. In parole povere, è venduta in tutti i suoi pezzi e sta a noi divertirci a assemblarla. Fin qui, nessuna novità particolarmente rilevante.

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Lomokino & carillon

28 Mag

Oggi voglio parlarvi di una mattata. Sì, una delle mie, una di quelle intuizioni che mi vengono ogni tanto, mentre sono in tutt’altre faccende affaccendata e che devo fare assolutamente proprio in quel momento, altrimenti ci sto male. L’altra mattina mi sono svegliata stanchissima e con pochissima voglia di studiare (che strano, veramente un evento insolito). Ebbene, mentre ero là che aprivo la Teoria estetica di Adorno (ora mi capite?), non so bene come e nè per quale motivo, mi è venuto in mente che la Lomokino (sì, per me è femminile, per cui: La Lomokino) era da troppo tempo ferma e che avevo alcune idee che mi ronzavano in testa già da un po’. Ad un certo punto, ho pensato ad un video in stop-motion con un carillon. Sì, così, a caso: un carillon con la manovella che gira.

Figo. Subito ho verificato se vicino alla finestra ci fosse abbastanza luce con il fedelissimo esposimetro di nonno. C’era: con una 200 ISO me la cavavo alla grande con f/8 e 1/125. Così, ho montato la pellicola, ho messo la Lomokino sul mio cavalletto scrauso, il carillon sul davanzale e ho cominciato: tak-tak (leggere come onomatopea della Lomokino), e poi giravo la manovella del mini-carillon di poco; tak-tak, manovella-carillon; tak-tak, carillon; tak-tak, ecc … per 149 fotogrammi circa.

Volevo un’inquadratura piuttosto ravvicinata, per questo ho tenuto premuto per tutto il tempo sul tasto close-up 0,6 m. Alla fine avevo un dito in cancrena, ma questo è quello che è venuto fuori:

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